Una seduta di autocoscienza nel labirinto del palcoscenico

Sei giovani (tre uomini e tre donne) intrappolati tra sogno e realtà percorrono un labirinto di allucinazioni interattive alla ricerca di risposte ai loro quesiti esistenziali. Il thriller metafisico di Vincenzo Natali Non lo dico a nessuno, scritto e diretto da Luca Monti, e in scena fino al 3 febbraio al teatro de’ Servi, è un coraggioso tentativo di autocoscienza collettiva messo in scena con bravura da un gruppo di attori giovani (Fabrizio Sabatucci, Riccardo Scarafoni, Francesco Venditti, Marco Bocci, Veruska Rossi, Maddalena Carvaggi, Irma Carolina di Monte e Claudia Potenza) che rotolano, saltano e corrono sulla scena donandosi anima e corpo. Vedere o sentire, illudersi o vivere? Sospesi in un’atmosfera claustrofobica e a caccia di un’ipotetica uscita, i sei personaggi si confrontano e si scontrano con le loro percezioni e i loro ricordi che si materializzano all’improvviso. Paura e impotenza, ossessioni e paranoie, arrampicate sulle certezze e scavalcamenti di paure, sesso e arte. Angosciante, aggressivo e tragicomico Non lo dico a nessuno è una confessione a cuore aperto su amore e mal di vivere che sceglie la strada dell’iperbole per rappresentare disagi e sofferenze. Il risultato è una polifonia del dolore che qua e là, soprattutto nella prima parte, non riesce ad amalgamarsi al meglio in un succedersi di voci e grida che mal si combinano con l’insieme.

Comunque un testo innovativo, originale e spiazzante che cerca di evadere dalle pastoie del realismo con contagiosa energia. Con una ricetta medica (nuova o scaduta), il martedì e il mercoledì si entra in sala con uno sconto sul prezzo del biglietto.

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