«Seduta spiritica, il Professore fu protetto»

«Solo così poté uscire indenne dal caso sul covo di Moro. Berlusconi al suo posto sarebbe stato linciato»

Mario Sechi

da Roma

Se Massimo D’Alema sogna un paese «normale», Romano Prodi ci ha insegnato che la politica può essere «paranormale». Il Professore è «un cattolico adulto» ma in passato fu un anche un medium. Correva l’annus horribilis 1978 e il 2 aprile - nel pieno del sequestro Moro - Prodi partecipò a una seduta spiritica in casa di Alberto Clò, economista della via emiliana. Un piattino girò intorno a un tavolo e venne fuori la parola: «Gradoli». Quel nome fu spifferato da Prodi a un collaboratore di Benigno Zaccagnini, Umberto Cavina e da quest’ultimo girata a Luigi Zanda Loi, addetto stampa del ministero dell’Interno, che a sua volta poi lo girò alla polizia. Scattarono le ricerche di Moro in quel di Gradoli, in provincia di Viterbo. Ricerche inutili, perché Gradoli in realtà era la via del covo dove le Br custodivano il segretario dc. Una pagina misteriosa della Moro story. Pochi credono alla manina degli spiriti, molti alla manona di qualche altro «ente», superiore ma non così ultraterreno. Tra gli spirito-scettici c’è Fabrizio Cicchitto, vicecoordinatore di Forza Italia.
Onorevole Cicchitto, lei ha mai partecipato a una seduta spiritica?
«Eh, eh, eh... purtroppo no, perché così avrei risolto il caso Moro, ma essendo razionale e alieno da queste cose, non ne ho mai fatto una. Vedo però che le ha fatte qualcuno che è stato presidente del Consiglio e ora è candidato a rifarlo nuovamente. Mi vengono i brividi».
La seduta spiritica di Prodi è come un fantasma: ogni tanto riappare. Che ne pensa?
«Mi sono fatto l’idea che se l’avesse fatta Berlusconi, sarebbe stato linciato sulla pubblica piazza e ritenuto persona inaffidabile, moralmente discutibile, irrazionale e in mano a qualche guru. Solo una persona con grandi protezioni poteva passare indenne dal raccontare di aver dato un nome - cruciale nella vicenda Moro - dopo una seduta spiritica».
Lei non crede ai fantasmi, ma la seduta spiritica ci fu per davvero.
«Certo, ma è servita a riciclare il nome di Gradoli che probabilmente era arrivato per altra fonte. Non ci sono prove in materia, ma non è credibile che una persona razionale - qual è Prodi - faccia una seduta spiritica e tiri fuori il nome Gradoli».
E quale sarebbe il problema?
«Il problema è che con quell’uscita si perse tempo prezioso nelle ricerche di Moro. Andarono a Gradoli, non in via Gradoli. È un episodio tra i più singolari, sul quale non s’è mai cercato davvero di far luce».
Lei ha evocato grandi protezioni e ha scritto un libro sull’uso politico della giustizia dove racconta una storia di giustizia selettiva e impuniti che stanno sempre da una sola parte. Perché?
«La magistratura usò una doppia metodologia: l’ascia con il Psi e il bisturi con la Dc dove l’ala destra fu massacrata e quella sinistra salvata. Penso che Scalfaro, De Mita e Forlani facessero politica con gli stessi metodi... ».
... però?
«... però uno è diventato presidente della Repubblica, un altro è rimasto sempre deputato e l’ultimo è finito ai servizi sociali».
E Prodi che c’entra?
«Guarda caso è l’erede di quel pezzo di Dc che viene salvata da Tangentopoli e va a fare il centro alleato della sinistra, la sua copertura, necessaria nel momento in cui Berlusconi costituisce un partito di centro che impedisce ai Ds di correre da soli perché non sono riformisti e non hanno un uomo da proporre alla presidenza del Consiglio».
Non penserà che quel blocco di potere che oggi sogna la caduta di Berlusconi è lo stesso che è passato indenne dalle forche caudine di Tangentopoli?
«Certo. Non a caso il centrosinistra oggi fa il pieno del potere bancario. E tutti sappiamo che le banche hanno un sacco di cose da farsi perdonare dalla magistratura. Quella magistratura che proprio sulle vicende bancarie oggi ha fatto il buono e il cattivo tempo».
Quanto conta il ruolo della magistratura associata?
«Tanto, perché è un partito, un soggetto politico. La loro riflessione politico-culturale si traduce in avvisi di garanzia e processi mediatici. Solo in Italia succede che cinque partiti vengono distrutti non con i carri armati ma a colpi di inchieste. E solo in Italia c’è una sinistra guidata dai postcomunisti e da una classe imprenditoriale che non ha mai conosciuto nei suoi nuclei forti il mercato e la libera concorrenza. Mediobanca serviva affinché nessuno scalasse nessuno».


Così Prodi passa dalla seduta spiritica all’Iri e poi a Palazzo Chigi. E secondo lei i conti tornano?
«I conti tornano. Lui è l’esponente di un centrosinistra dove c’è un coagulo, una miscela di poteri esplosiva e pericolosissima per la libertà di questo Paese».

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