La seduzione dentro un clic

Giacomo Legame

Ancora grande fotografia alla Stazione Termini. Grandi Stazioni e la Fondazione Antonio Mazzotta presentano la mostra «Vicini alle Stelle», inserita nel calendario della Festa internazionale di Roma, per rendere omaggio e raccontare le dive e gli attori più amati dal pubblico. Curata da Armand Deriaz e Uliano Lucas l’esposizione propone duecento scatti che celebrano icone e protagonisti del cinema degli anni Cinquanta (Shaw), agli anni Settanta (Samugheo), in un processo che mette in rilievo diversità, analogie e peculiarità proprie dell’occhio fotografico di ciascun artista.
L’immagine del divo si è venuta ad affermare con modalità via via sempre più sistematiche a partire dai primi del Novecento, e in questo processo l’attività dei fotografi ha sempre ricoperto un ruolo essenziale. Negli anni Cinquanta e Sessanta si è assistito a una impennata del fenomeno divistico, legato in modo particolare a una figura come Marilyn Monroe che con la sua bellezza, sensuale e tenera allo stesso tempo, ha rivoluzionato l’immaginario collettivo.
Il «newyorkese dell’East Side» Sam Shaw diventa famoso come fotografo con lo straordinario ritratto di Marlon Brando in maglietta del film Un tram chiamato desiderio (1951), certamente una delle immagini più famose, non solo dell’attore, ma del cinema stesso. L’anno seguente incontra Marilyn e come fotografo di scena di Billy Wilder le resterà legato fino alla tragica fine. Marlon Brando e Marilyn Monroe sono quindi i nomi più ricorrenti della fotografia di Shaw, che ritrae i due divi sia sui set dei loro film (come Quando la moglie è in vacanza o Viva Zapata), sia in momenti più intimi e familiari.
Chiara Samugheo, è stata l’originale interprete del mondo del cinema italiano degli anni Sessanta e Settanta. Giocando sull’essenzialità delle linee, sui contrasti cromatici forti, su sontuose acconciature, la fotografa ha rinnovato in modo eclatante il ritratto di studio, che diventerà un modello per la successiva fotografia di moda e cinema degli anni ’80.
La Samugheo inizia a lavorare negli anni Cinquanta realizzando le copertine per la rivista «Cinema nuovo» e sono proprio le sue fotografie a portare al successo questo quindicinale. Le sue copertine (Tempo Illustrato, Le Ore, Grazia, L’Europeo, Settimo Giorno, Playboy, Playman), i suoi servizi speciali sono diventati un punto di riferimento per i direttori dei maggiori rotocalchi italiani ed europei degli anni Sessanta, sia per il gusto, sia per la capacità di interpretare l’uso sapiente del colore e dell’ambientazione.
Chiara Samugheo reinventa o, meglio, inventa un nuovo modo di fotografare le dive, strettamente legato al gusto e al cambiamento della moda degli anni Sessanta, una fotografia a colori, raffinata, colta che interpreta, studia e ci consegna un personaggio.


Amica e confidente di attrici come Claudia Cardinale, Virna Lisi, Gina Lollobrigida e Monica Vitti - di cui in mostra ritroviamo bellissimi ritratti - abbandona il mondo della fotografia dello spettacolo negli anni Ottanta e diventa una straordinaria fotografa di architettura e di paesaggio. Ricordiamo i suoi libri sui costumi della Sardegna realizzati negli anni Novanta.

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