Seggio all’Onu: Usa non convinti dalla Germania

da New York

Il ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer non ce l’ha fatta a strappare agli Stati Uniti un appoggio diretto per un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il segretario di Stato americano Condoleezza Rice, che ha incontrato la sua controparte tedesca ieri a Washington, si è limitata a ribadire un sostegno «senza mezzi termini» per l’assegnazione di un seggio al Giappone, il secondo maggior finanziatore dell’Onu dopo gli Stati Uniti.
«L’unico Paese che sosteniamo senza mezzi termini è il Giappone», ha detto Rice, rispondendo alla domanda di un reporter sulla posizione degli Stati Uniti circa il progetto di allargamento del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. «Naturalmente - ha aggiunto - l’espansione del Consiglio di Sicurezza deve avvenire nel contesto di una riforma globale dell’Onu».
Nel corso del loro incontro, Rice e Fischer hanno avuto modo di parlare diffusamente del progetto di riforma delle Nazioni Unite, trovandosi d’accordo sull’esigenza di intervenire con tempestività su alcuni temi: in particolare hanno segnalato l’urgenza di riformare la commissione per i diritti umani e le operazioni di peacekeeping.
Quanto all’allargamento del Consiglio di Sicurezza, tra le ipotesi discusse c’è stata quella secondo la quale ogni nuovo membro permamente potrebbe non avere diritto di veto per 15 anni.


Attualmente, fanno parte del Consiglio e hanno il potere di veto, oltre agli Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna e Francia. Tra gli altri Paesi candidati ad ottenere un seggio permanente, ci sono il Brasile, l’India e due nazioni africane.

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