Un incubo durato una settimana "Un incubo durato sette giorni". Cosí Francesco Messina, dirigente della Squadra Mobile di Milano, ha descritto la prigionia della 39enne rumena segregata e stuprata, costretta a fare da "serva" a due rom rumeni del campo nomadi di Bisceglie. Lo scorso mercoledì la 39enne aveva incontrato uno dei suoi aguzzini, Adrian Florean, 33enne, rom rumeno, in piazzale Maciachini. L’uomo l’aveva costretta a seguirlo fino al campo nomadi di Bisceglie, dove l’ha rinchiusa nella sua baracca trattenendola, con la complicità del cognato, fino a ieri pomeriggio. Durante la prigionia la donna ha subito ogni tipo di maltrattamento: calci, pugni, ma anche sprangate, tanto che ora si trova ricoverata in prognosi riservata in un ospedale milanese. "Florean picchiava la donna in continuazione", ha affermato Messina spiegano che il rom picchiava la donna perché si lamentava dei dolori o per costringerla a cucinare. Non solo. In almeno un’occasione il 33enne ha anche abusato sessualmente di lei.
La fuga della ragazza Secondo gli inquirenti, la ragazza è riuscita a fuggire solo ieri pomeriggio. Subito si è rifugiata in una casa d’accoglienza per le donne maltrattate, che le era stata consigliata da una donna del campo rom. La vittima ha raccontato di essere riuscita a fuggire dopo che tra Florean e suo cognato era scoppiata una violenta lite. Il 33enne, colpito alla mandibola dal cognato, aveva infatti chiesto alla vittima di accompagnarlo in ospedale. Giunti nei dintorni della stazione metropolitana Bisceglie la 39enne è riuscita a scappare.
Gli agenti della Squadra Mobile hanno fermato Florean mentre era ricoverato all’ospedale San Carlo, con la mandibola fratturata. Il cognato, Romel Lazar, 40enne, rom rumeno, è stato invece fermato all’interno del campo nomadi di Bisceglie, per lui l’accusa è di concorso in sequestro di persona.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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