Roma La strambata arriva in tarda mattinata. Quando intervenendo alla festa dell’Api di Francesco Rutelli è Angelino Alfano che prova a invertire la rotta degli ultimi giorni rilanciando non solo la leadership di Silvio Berlusconi ma anche la sua candidatura alle elezioni del 2013. Un modo per cercare di evitare le secche della prossima settimana, non solo quelle dovute ai possibili- se non probabili- sviluppi dell’inchiesta napoletana su Gianpaolo Tarantini e Valter Lavitola ma anche quelle a cui rischia di andare in contro una manovra correttiva che da lunedì potrebbe essere nuovamente nel mirino dei mercati.
Una tenaglia che il Cavaliere sa essere pericolosissima. Perché la miscela tra il voto in Senato sulle misure per risanare i conti (sulle quali continua a regnare sovrana la confusione all’interno della maggioranza), eventuali critiche dell’Ue e difficoltà dei mercati e la solita pioggia di intercettazioni pruriginose potrebbe essere esplosiva. E come lo sa Berlusconi lo sanno anche i fautori del governo tecnico che ormai da due anni più o meno a intervalli regolari - tentano l’affondo decisivo per dare il là al dopo Cavaliere. Non è un caso che venerdì a Cernobbio, nella prima giornata del workshop Ambrosetti, non si facesse che evocare un esecutivo di responsabilità. Come non può essere una coincidenza che proprio adesso l’ex banchiere Alessandro Profumo abbia deciso di dare la sua disponibilità a scendere in politica.
Se si aggiunge che un passo indietro della Bce di Mario Draghi nel fare incetta dei nostri Btp potrebbe far salire di nuovo alle stelle il differenziale con i Bund tedeschi (venerdì si è toccata quota 326) si comprende quanto la situazione sia delicata. Così, ci sta che in molti nel Pdl abbiano letto con un certa preoccupazione l’uscita di Giorgio Napolitano di ieri. Che intervenendo in videoconferenza a Cernobbio esclude di poter anche pensare a un esecutivo diverso finché c’è un governo che ha la fiducia del Parlamento comunque questo agisca. Lo esclude ma, è la lettura dei maligni, lo evoca anche. Ecco, forse, perché poche ore dopo l’uscita del capo dello Stato Alfano decide di sparigliare. E dopo aver affondato su Pier Luigi Bersani («l’unico che quando sono stato eletto segretario mi ha offeso invece di farmi le congratulazioni ») riapre una delle poche querelle che in queste settimane si erano sopite: quella sulla futura leadership del centrodestra. Senza girarci troppo intorno: al Cavaliere succederà il Cavaliere. «Questa coalizione- dice Alfano- vive della leadership di Berlusconi e alle elezioni del 2013 sarà nuovamente lui il candidato».
Un’uscita che la Lega non gradisce affatto se Roberto Calderoli si affretta a dirsi «stupefatto di certe dichiarazioni» visto che «abbiamo altri problemi» e «se non pensiamo alla crisi, alla ripresa e allo sviluppo neanche ci arriviamo al 2013». Il punto, però, è che più che alle prossime elezioni Alfano sta pensando alla prossima settimana. Perché rilanciare la leadership del Cavaliere nel 2013 equivale a ricompattare il partito intorno a Berlusconi in vista degli scossoni in arrivo. Ecco perché- nonostante il tema della leadership futura sia dibattuto all’interno del Pdl da tempo e nonostante lo stesso Cavaliere non sia affatto convinto di ricandidarsi - quasi tutti i dirigenti del partito si mettono sulla scia del segretario. In alcuni casi lasciando da parte - almeno per 24 ore - convinzioni personali e personali antipatie.
Così, il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini spiega che «il presidente Berlusconi ha tutte le carte in regola per essere il nostro candidato per il 2013» e «solo la sinistra pensava non potesse essere così». Mentre il suo collega Renato Brunetta si limita ad un «Alfano ha sempre ragione».
D’accordo anche il vicecapogruppo al Senato Gaetano Quagliariello, perché se il candidato sarà Berlusconi «non ci sarà nessuno della coalizione a candidarsi in alternativa» e quindi «le primarie sarebbero pleonastiche».
Sulla stessa linea il ministro degli Esteri Franco Frattini: «Le primarie hanno un senso qualora non ci sia la candidatura di Berlusconi. Non vedo chi abbia la pazzia di candidarsi contro di lui. Io assolutamente no».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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