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Il segreto del matrimonio? Volersi male

Quel dito che le sfiora la spalla, di notte, nel sonno, le dà un leggero attacco d’estasi «ancora, dopo tutti questi anni... l’amore mio...». Lui, in realtà, con quel dito, sta disegnando in aria un piccolo, perfetto arco per simulare il movimento di un cross. E si trova in mezzo lei, con quella porzione di carne che ormai conosce a memoria da anni, a stoppare la sua azione migliore, la più decisiva. Proprio mentre sta valutando: «Se giochi di rombo, hai due punte davanti, ma non sfrutti le fasce, e cosa te ne fai di un centravanti alto due metri se non arrivano i cross?». D’altra parte, l’involontaria carezza si è fatta largo nel buio e nell’equivoco quando lei era nel bel mezzo di un’ipotetica discussione con sua madre: «Se parlo in modo chiaro, forse lei mi odierà, ma una madre a cosa serve se no?... mi ha sfiorato con un dito, l’amore mio...».
La sera prima, sempre a letto, ma con il televisore acceso, le cose non erano andate un granchè meglio. Lei gli aveva ringhiato contro «tanto so che quando mi addormento guardi i porno, mi fai schifo», lui le aveva rinfacciato che un tempo, i porno «li guardavamo assieme». Allora lei aveva attaccato con la storia della sveglia per accompagnare a scuola i bambini «che accompagno sempre e solo io», lui si era trincerato dietro un esaustivo silenzio. E insomma si erano addormentati così. Muti, ingrugniti, di spalle... distantissimi.
Chi sono questi due? Non sono i coniugi Roses poco prima della scena del lampadario, non sono Harry e Sally poco prima di capire di amarsi, non sono nemmeno i signori Kramer dopo essersi messi l’uno contro l’altra. Sono due tipi qualsiasi di tipi qualsiasi. Sono tutti, siamo noi. L’inferno è la convivenza senza intimità. E quindi l’inferno è alla portata di tutti. Non c’è bisogno di corna, di rovesci finanziari, di incompatibilità famigliari... Bastano un uomo e una donna per fare andare tutto a schifio.
Lo sa bene Alberto De Martini, pubblicitario, padre, marito, scrittore, autore di canzoni per Mina, collaboratore della facoltà di Psicologia di Milano, ristoratore di successo, gestore di un’enoteca virtuale, analitico osservatore dell’inevitabile, incolmabile incompatibilità tra Adamo ed Eva: «Perché gli uomini sono stronzi e le donne rompicoglioni» (Mondadori, 151 pagine, 16 euro). Banalmente, irrimediabilmente, sconsolatamente. Ignorava, Pierluigi Bersani, che apostrofando qualche giorno fa il ministro della Pubblica istruzione «quella rompicoglioni della Gelmini...», stava in realtà confermando un’atavica contrapposizione uomo-donna. E ignora oggi la Gelmini, di poter chiudere quell’atavica contrapposizione con il resto del titolo di De Martini, volendo...
Con tutto il suo libro, in realtà. L’abisso raccolto in massime. Con paradigmi, esempi, situazioni, disagi quotidiani, distanze siderali, tristezze mercuriali. «Le donne per altruismo danno e per egoismo pretendono. Gli uomini per altruismo non pretendono e per egoismo se ne fregano». Oppure: «le donne tradiscono contro, gli uomini tradiscono per», «la gelosia maschile scaturisce da una crisi di ruolo, la gelosia femminile scaturisce da una crisi d’identità», «l’orgasmo per la donna è un inizio, per l’uomo è una fine», «le donne si realizzano nella relazione, gli uomini si realizzano nell’attività». La differenza di approccio di De Martini è assolutamente vincente: questa è la realtà delle cose. E non è impossibile cambiarla, è inutile. Così stila l’elenco delle differenze, dalle macroscopiche alle minuscole (non meno fondamentali), ne prende atto, le esorcizza pagina dopo pagina. Ma non si fa cogliere dalla malaugurata, incauta velleità di ravvicinare le distanze, di integrare i vocabolari, di sanare le crisi. Suggerisce piuttosto un’exit strategy in tre fasi: «Conoscere le reciproche qualità strutturali; accettarle in quanto caratteristiche e non soffrirle come difetti; cercare di amarsi vicendevolmente nonostante l’ingombrante presenza di questa sorta di peccato originale».
Le diete, i figli, il tempo libero, i parenti, gli amici, i corpi, i primi amori, i nonni, gli orgasmi, i pensieri dopo gli orgasmi, i libri, la televisione, l’onore... Una sterminata prateria di potenziali accidenti. La vita, in una parola. E anni di coppia per correrle dietro perennemente in contromano. Ha ragione De Martini: chi hai davanti sarà sempre «altro». Meglio rassegnarsi, mettersi in scia, non contrastare l’onda.

Altrimenti, per amarsi, resta davvero pochissimo tempo.

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