Bresciano, ingegnere informatico, classe 1969, dal 2004 si dedica al poker sportivo. Alessandro Pastura è uno dei pro italiani più quotati. Gioca per il team di Poker Club soprattutto su Internet, dove passa buona parte della sua giornata giocando dalla sua casa di Bormio.
Quanto è importante, on line, il valore del buy in e del numero dei giocatori?
«Una delle cose più importanti è la gestione del proprio denaro. Il nostro è un gioco ad elevata varianza statistica, nel singolo torneo o sessione la fortuna regna sovrana, bisogna invece focalizzare il proprio gioco per il lungo periodo, dove la statistica è conforme alle aspettative. Per questo è fondamentale avere abbastanza denaro per giocare per il lungo periodo, scegliere partite con un buy in non superiore al 1% del nostro denaro destinato al gioco «bankroll» ci garantisce una certa sicurezza, e ci permette di focalizzarci solo sul far scelte corrette, senza aver pressione economica e senza paura. E la disciplina è fondamentale: errori comuni sono quelli di voler recuperare subito le perdite di una sessione negativa salendo di buy in o di continuare a giocare anche se non si sta giocando bene, o di giocare mani statisticamente perdenti».
Come affronti le prime fasi di un torneo con giocatori per lo più sconosciuti?
«È sempre opportuno prima di fare azione in un torneo, cercare di osservare il più possibile il gioco dei nostri avversari e classificarli in base allo stile di gioco (passivi o aggressivi, chiusi o aperti) e alle aspettative (sono lì per divertirsi o per profitto) ed il loro livello (sono occasionali, principianti o esperti?). Queste informazioni saranno preziose nel corso del torneo, il nostro modo di giocare cambierà in base agli avversari che abbiamo di fronte, saremo più aggressivi con i passivi, non blufferemo un principiante, e cosi via. Quindi giocate solo mani molto forti all'inizio dei tornei e concentratevi nell'osservazione».
Gestione dello stake: cosa consigli per i tornei turbo?
«Teniamo sempre d'occhio il nostro stack contando i big blind a nostra disposizione. Se ne abbiamo più di 20 giochiamo il nostro solito poker, tra 10 e 20 alziamo il livello del ventaglio di mani con cui giochiamo, non possiamo più sbagliare. Sotto i 10, se decidiamo di giocare muoviamo direttamente all in con un livello di ventaglio di mano decrescente più ci avviciniamo al bottone».
Come gestisci lo stake dopo aver subito una bad beat ed essere corto?
«Intanto spero di non essere in tilt! Se fosse cerco di prendermi una pausa per riordinare l'idee e tranquillizzarmi. Poi utilizzo la stessa tecnica di cui sopra, in base al numero di big blind che ho, abbasso o alzo il range e opto per il raise o lall in diretto».
E dopo aver fatto un double o triple up?
«Se sono molto deep, diciamo 100 big blind, di solito provo a bullare il tavolo, abbasso tantissimo il ventaglio di mani con cui gioco, rilanciando e contro rilanciando molto spesso, cerco di far prendere decisioni difficili ai miei avversari, ogni volta che chiamano un mio rilancio devono sapere che potrebbe essere la loro ultima mano».
Quando i bui si alzano e ogni raise diventa committing, come ti regoli?
«Muovo all in diretto».
E come giochi nelle bolle se sei in average?
«Se sono sotto i 30/40 big blind gioco molto solido, se sopra i 40 big blind cerco di sfruttare la paura degli altri di non andare a premio con continui rilanci preflop, ciò mi permetterà di accumulare abbastanza stack per cercare di vincere il torneo».
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