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Il segreto umbro di Caprai

Ci sono segreti ben custoditi. E segreti che tutto sommato non abbiamo voglia di svelare. Uno di questi - parlando di vino - è quello della Cuvée Secrète di Arnaldo Caprai, uno dei più illuminati produttori di Montefalco, nell'Umbria enologicamente più nobile. Anzi, possiamo dire che la cantina oggi gestita con piglio a dir poco assertivo dal figlio Marco è una di quelle che si identifica con il suo territorio e con il vino bandiera come poche in Italia. Questo grazie anche a una visione modernista di un vino - il Sagrantino di Montefalco - che qualche anno fa era appesantito da interpretazioni troppo rustiche o inutilmente vigorose a scapito dell'espressività. Se oggi il Sagrantino è uno dei più interessanti rossi dell'Italia centrale il merito è molto di questa azienda che fa parte di un gruppo noto soprattutto per la produzione di tessili anche essi di grande qualità.

Ma torniamo alla Cuvèe Secrète, che è un vino che si distacca dal mainstream aziendale. Innanzitutto perché si tratta di un bianco. E poi perché l'idea è quella di farne un vino non territoriale per definizione, ciò che in Italia è piuttosto insolito. Non è un caso che non sia nota la composizione del vino (questo è il segreto), realizzato ogni anno con le migliori uve a bacca bianca aziendali, e poi affinato per sei mesi in barrique di rovere francese. Il risultato è un banco elegante e charmant, vagamente francesizzante, con un naso esotico e salmastro, di salvia e pompelmo e una bocca salina e minerale. Il tappo Stelvin dimostra ancora una volta come tappature alternative vadano ormai a braccetto con la grande qualità.

Un segreto buonissimo.

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