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Sei americani su 10 convinti che Jackson sia un pedofilo

La star potrebbe salire sul palco il 2 luglio per il «Live 8»

Sei americani su 10  convinti  che Jackson sia un pedofilo

Silvia Kramar

da New York

Adesso comincia il processo di santificazione di Michael Jackson. Comincia con un immane carosello di interviste, con la rincorsa delle case editrici alle autobiografie dei giurati, con i mea culpa di quei giurati che hanno votato a favore della sua innocenza, pur considerandolo un possibile pederasta che in quel letto a due piazze aveva oltrepassato il limite, invisibile, del pudore. Adesso arriveranno i sorrisi della famiglia Jackson, insieme alla vittoria dei neri, le lunghe file di fan davanti ai cancelli di Neverland, le offerte del mondo della musica, già disposto a riportare Wacko Jacko, Jacko il pazzo, sui palcoscenici del pop. La prima offerta è arrivata mezz’ora dopo la lettura del verdetto da parte della giuria di Santa Monica. Veniva da Harvey Goldsmith, promoter della serie di concerti Live 8, in programma a partire dal 2 luglio, da Filadelfia a Londra. Goldsmith ha chiesto a Michael Jackson di unirsi a Stevie Wonder, al rapper P. Diddy e a Bon Jovi sul palcoscenico di un concerto di beneficenza, presentato dall’attore Will Smith: il tipo di show al quale, fino a due anni fa, Jackson avrebbe detto immediatamente di sì. «Ci terrei molto ad averlo - ha spiegato Goldsmith -, ho solo paura che fisicamente non sia in grado di farlo».
Il promoter ha ragione: il re del pop è un’ombra di quel cantante che sembrava decollare dal palcoscenico con la magia di Peter Pan. Quando è uscito, lunedì sera, dall’aula del processo, era pallido, stanco, probabilmente farcito di calmanti per quel mal di schiena che lo perseguita da quando era caduto da un palcoscenico nel 1994. Quella caduta, durante le prove di un concerto all’apice del suo successo, era vera, ma si era rialzato; risollevarsi adesso, anche solo simbolicamente, rischia di essere molto più doloroso.
Arrivato a Neverland è andato subito a letto. L’ha detto suo padre, Joe, l'unico a fare una breve apparizione davanti ai cancelli: «Michael è sfinito, dorme. Ha bisogno di tempo».
I primi sondaggi dicono che la maggioranza degli americani non è soddisfatta del verdetto: solo il 36% lo ritiene innocente. Ma il suo avvocato, Tom Meserau, durante il processo è riuscito a dipingerlo come una creatura extraterrestre: la quale, venendo da un altro mondo, non deve necessariamente obbedire alle regole imposte dalla società sulla decenza nei confronti dei minorenni. Ma quella favola durerà poco; così Meserau ha già fatto sapere che Michael adesso cambierà completamente, che non lo farà più: «È stato troppo generoso con troppa gente».
Così sono stati i 18 giurati: che non hanno veramente votato a favore del cantante, ma contro una madre che «ha permesso a suo figlio di dormire nel letto di un uomo maturo».
Una delle giurate, che ha tre figli (due dei quali, 14 e 16 anni, rientrano nella fascia dei potenziali amichetti della star), ha dichiarato ieri mattina: «Parlando a nome mio e di altri genitori della giuria, siamo rimasti disgustati dalla decisione di una madre di far dormire suo figlio con uno come Jackson. Che tipo di madre acceterebbe di farlo?».
Un giornalista l’ha interrotta: «Scusi, ma che tipo di madre considera innocente un uomo che si porta a letto degli adolescenti?». «Vorrei rispondere, ma questo non è il momento», ha tagliato corto la donna.
Intanto il cantante che ancora detiene, dopo vent’anni, il record dell’album (Thriller) più venduto al mondo, deve pensare alla sua confessione. Se vuole fare un classico come-back all’americana. Il produttore musicale L. A. Reid, che ha già rilanciato la carriera di Mariah Carey, dice che potrebbe farcela: «Deve cominciare con una serie di tournée, con un nuovo album sentimentale, nel quale esprimere la propria tristezza. E poi, per dimostrare di essere “normale”, deve immergersi tra la folla, magari andare a vivere a New York».
Michael Jackson a New York? Perché no.

Sarebbe veramente una storia nuova: un extraterrestre nella città dove tutto è possibile.

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