Dolori articolari che impediscono di muoversi correttamente, rigidità muscolare, edemi, febbri e stanchezza cronica, sono alcuni degli invalidanti disturbi che si manifestano in chi soffre di malattie reumatiche. Colpiscono oltre 300 milioni di persone nel mondo, ben 100 milioni nella sola Europa e poco meno di sei milioni in Italia. La tradizione popolare chiama questi malanni «reumatismi», in realtà si tratta di un insieme di ben oltre 150 malattie, di diversa origine: degenerativa come l'artrosi, metabolica, la gotta, o autoimmuni come l'artrite reumatoide. Oggi nuove soluzioni terapeutiche affiancano le cure tradizionali. La ricerca dell'elvetica Roche, è particolarmente dinamica in questarea. A Parigi, al congresso europeo di reumatologia (Eular), sono stati presentati nuovi studi internazionali (Reflex e Finckh, con più di 800 pazienti arruolati), che mostrano l'efficacia di rituximab nello "spegnere" la malattia. Nello studio Reflex la molecola (un anticorpo monoclonale che agisce sui linfociti B responsabili della cascata infiammatoria alla base dell'artrite reumatoide), evidenzia, con prove radiologiche, nell'89 per cento dei casi, di bloccare l'azione "erosiva" dell'artrite reumatoide sulle articolazioni a due anni dall'inizio della terapia. «Molti pazienti soffrono per gli effetti debilitanti del danno articolare ed è molto incoraggiante riscontrare che rituximab continui ad inibire la progressione del danno nel tempo, migliorando così la qualità di vita dei pazienti»,commenta il professor Piercarlo Sarzi Puttini, primario reumatologo all'ospedale Luigi Sacco di Milano. I dati dello studio Finckh mostrano invece come nei pazienti che non abbiano risposto adeguatamente ad una terapia convenzionale a base di anti-Tnf (ovvero farmaci mirati alla citochina Tumor Necrosis Factor), sia più efficace cambiare bersaglio (sui linfociti B), piuttosto che passare ad un secondo farmaco anti-Tnf. Sempre all'Eular è stato annunciato l'arrivo (nel 2009) di tocilizumab, unico anticorpo monoclonale umanizzato finora in grado di inibire il recettore dell'interleuchina-6, una delle più importanti proteine coinvolte nel processo infiammatorio dell'artrite reumatoide. Sono 4mila i pazienti arruolati nella sperimentazione clinica: nello studio Ambition la molecola ha mostrato superiorità rispetto all'attuale standard di cura, metotressato, ottenendo una maggiore riduzione di segni e sintomi dopo sei mesi nei pazienti con artrite reumatoide. Inoltre un numero quasi triplo di pazienti, trattati solo con tocilizumab in monoterapia, ha raggiunto la remissione rispetto a quelli trattati con la terapia standard (il 34 per cento verso il 12 per cento).
Lo studio Radiate dimostra che la molecola è efficace anche nei pazienti difficili da trattare, con una pregressa risposta inadeguata agli anti-Tnf: il 30% delle persone trattate con tocilizumab in associazione con metotressato, ha ottenuto la remissione verso l'1,6 % di quelli trattati con solo metotressato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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