Sellani: a ottant’anni un piano che sfugge l’usura del tempo

La seconda giovinezza comincia a ottant’anni per Renato Sellani. Il pianista ha attraversato un periodo, verso la fine del secolo scorso, in cui sembrava che i teatri e i jazz club lo trascurassero. Sbagliavano, perché Sellani oltre a essere un grande pianista, ha anche doti di attore e di presentatore non comuni. Poi il vento è cambiato: infatti quest’anno Sellani è reduce da un’estate di concerti trionfali, soprattutto all’Umbria Jazzl. La sua base operativa, è sempre Milano, dove si è esibito l’altra sera alla Salumeria della musica in trio con il chitarrista e cantante Nené Ribeiro e con la cantante Rosa Emilia (successo clamoroso). Lo stile di Sellani non è cambiato, anzi è diventato più raffinato e adatto a qualsiasi situazione espressiva. La tecnica, il tocco e il fraseggio sono tali che nessuno direbbe che la sua formazioni sia autodidattica. Le sue attitudini improvvisative a volte mettono in difficoltà le cantanti.

Per lui vale ciò che si legge sulla copertina del suo primo disco in solo (1968) con la punteggiatura stranita (salvo la variante che il pianista non fuma più): Renato Sellani pianista quaranta sigarette al giorno mani folli esaltano una musica sortilegio, un cambio con la vita da distanze vertiginose, musica rassegnazione coraggio, pazzo, lucidissimo, questo largo respiro, figlio, anima del pianista Renato Sellani.

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