Cronaca locale

Semafori truccati in 36 comuni Indagati sindaci, vigili e imprese

Sono 38 le persone indagate e decine gli autovelox sequestrati nell'ambito delle indagini partite nel 2008. La procura di Milano ha ipotizzato i reati di associazione a delinquere, turbata libertà degli incanti e subappalto irregolare per comandanti della polizia municipale, sindaci e funzionari

Semafori truccati in 36 comuni 
Indagati sindaci, vigili e imprese

Milano - Un vero e proprio "cartello" tra istitutzioni, aziende ed autorità di pubblica sicurezza per truffare gli automobilisti e incassare ingenti somme di denaro. Dopo più di un anno di indagini su produzione, istallazione e utilizzo improprio dei T-red, i sistemi di autovelox in usa in molti comuni dell'hinterland milanese, la procura del capoluogo ha reso pubbliche le ipotesi di reato a carico di sindaci, vigili e funzionari comunali. Il "cartello" avrebbe pilotato le gare pubbliche indette da 36 comuni. Ne dà notizia una nota della Guardia di Finanza, cheha notificato gli avvisi di chiusura indagini. Le ipotesi di reato per i diversi indagati sono a vario titolo associazione per delinquere, turbata libertà degli incanti e subappalto irregolare.

Le indagini Nell’ambito delle indagini dirette dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo - che nel settembre del 2008 hanno portato in carcere quattro imprenditori -, sono state eseguite una settantina di perquisizioni presso società, abitazioni ed uffici di amministrazioni comunali e sono stati sequestrati 68 T-Red e autovelox e somme di denaro per due milioni di euro, dovute dalle amministrazioni alle aziende affiliate al cartello. Dalle indagini, spiega ancora la nota, sono emersi anche elementi che fanno ipotizzare l’esistenza di episodi corruttivi per l’acquisizione e la gestione dei contratti di fornitura con enti pubblici: oltre a regali di pregio nei confronti dei pubblici ufficiali che si occupavano delle procedure amministrative per l’assegnazione delle forniture, sono state infatti accertate vere e proprie elargizioni di denaro.

Caso Segrate Il sindaco di Segrate, Adriano Alessandrini, è accusato in concorso con altri indagati, di aver disposto il funzionamento a tre luci, 24 ore su 24, dei semafori sui quali erano installati i T-red, in assenza del necessario requisito delle particolari condizioni di circolazione previsto dall’articolo 169 del codice della strada, al solo scopo di fare cassa con le conseguenti multe. È quanto si legge nell’avviso di conclusione delle indagini a carico di 38 indagati in relazione alla vicenda dei T-red, le telecamere installate sui semafori per rilevare le infrazioni del codice della strada. Secondo il pubblico ministero Alfredo Robledo, il sindaco in concorso con il comandante e il vice comandante della polizia locale, nonché i produttori e fornitori dei T-red, avrebbe fissato dolosamente in "quattro secondi" il tempo di durata del giallo e altrettanto dolosamente non avrebbe modificato l’impostazione di fabbrica del tempo di latenza nella misura di un decimo di secondo tra lo scatto del rosso e la rilevazione dell’infrazione, rendendolo non compatibile con le normali modalità di guida. In sostanza, avrebbe impedito che gli automobilisti avessero il tempo di reagire con una frenata alla comparsa del rosso prima di vedersi notificare una multa. Non solo, con il ruolo di istigatore - sempre in concorso con Raoul Cairoli, amministratore unico di CiTiEsse srl; Giuseppe Astorri, direttore commerciale di Scae spa; Lorenzo Giona, comandante dei vigili; e Dario Zanchetta, vice comandante - secondo l’accusa in sindaco avrebbe delegato in violazione della legge l’accertamento delle infrazioni del codice della strada a CiTiEsse senza la presenza di alcun pubblico ufficiale, affidando a questa società privata la raccolta dei dati sensibili.

Ingiusto vantaggio patrimoniale Attraverso questi reati, si legge ancora nel documento, avrebbe fatto conseguire un ingiusto vantaggio patrimoniale al Comune di Segrate, mediante i maggiori introiti percepiti dall’ente territoriale, nella misura complessiva di euro 2.425.801,60, in seguito alle sanzioni elevate a mezzo delle apparecchiature T-red così installate, oltre che alle società Scae spa e CiTiEsse srl, atteso che il corrispettivo riconosciuto dall’ente territoriale alla Scae era contrattualmente determinato su base percentuale in relazione alle infrazioni oblate. Corrispettivo che tale società poi versava nella misura dell’80 per cento alla Citiesse srl.

I reati contestati al sindaco e ai concorrenti sarebbero stati commessi dal 16 novembre 2006 al 30 settembre 2007.

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