Politica

«Sempre meglio la nostra carne»

Consigli per gli acquisti: «Se volete andare sul sicuro, mangiate carne italiana». Parola di Luca Zaia.
Mi scusi, ma normalmente in questi casi il ministro delle politiche agricole dovrebbe dire che non c’è problema, che va tutto bene...
«E invece il problema c’è. Non per il caso specifico della carne irlandese, sia chiaro. Ma se non si fissano regole chiare a livello europeo, fra qualche anno rischiamo di trovare nelle nostre tavole le peggiori schifezze, senza sapere nemmeno cosa stiamo mangiando».
Andiamo per ordine: ma la carne esposta in questi giorni in macelleria è a rischio?
«Assolutamente no. Primo, perché sono già scattati controlli a tappeto. Secondo, perché l’Italia importa pochissima carne dall’Irlanda, a differenza di altri Paesi come la Gran Bretagna e la Germania. Terzo, perché di ogni bistecca già oggi vengono registrate accuratamente caratteristiche e provenienza, cosa che purtroppo non si può dire per molti altri alimenti. Quindi, su questo caso specifico, ci tengo a rassicurare tutti i cittadini. Detto questo, a casa mia...».
Già, a casa sua cosa si mangia?
«Io mangio solo carne italiana. Perché so che dietro a ogni bistecca e costicina c’è una filiera garantita al cento per cento. La nostra produzione agroalimentare è sinonimo di sicurezza, qualità e identità».
Questa è pubblicità occulta.
«No, non è per niente occulta. Anzi, vorrei essere più chiaro: cari consumatori, siate meno esterofili! Il modo migliore per avere la certezza di mangiare sano è mangiare italiano».
Quindi ogni massaia dovrebbe investigare sul banco frigo e tempestare il macellaio di domande?
«Già oggi ogni confezione di carne al supermercato ha impressa un’etichetta con la carta d’identità dell’animale: provenienza, tipologia, data di lavorazione. E i macellai sono obbligati per legge a presentare sul bancone, per ogni pezzo di carne, le stesse informazioni. Insomma, quando vanno a comprare la carne gli italiani hanno a disposizione tutti gli strumenti per scegliere bene. Purtroppo non è così per altri prodotti agroalimentari. Almeno per ora: a Bruxelles si stanno accorgendo che in Italia c’è un ministro dell’Agricoltura che ama combattere».
Perché ce l’ha con l’Ue?
«Non ce l’ho con l’Ue. Però bisogna decidersi su cosa significa mercato libero. Per alcuni, vuol dire mercato indifferenziato. A noi invece piace che la gente possa scegliere consapevolmente. Vogliamo che ogni consumatore abbia tutte le informazioni su cosa sta comprando. Questo deve valere per la carne, per l’olio, per la mozzarella e per i pomodori. Siamo famosi nel mondo per tre primati: food, fashion and Ferrari. Ma solo il 10% degli alimenti che all’estero passano per «made in Italy» sono prodotti davvero in Italia. Ho presentato un disegno di legge a Bruxelles che introduce la tracciabilità di tutti gli alimenti, dalle verdure ai formaggi. Hanno 90 giorni di tempo per approvarla. Altrimenti, sarà battaglia».
Nel frattempo, a Capodanno vorremmo mangiare lo zampone tranquilli.
«Lo ripeto: su tutta la carne d’importazione facciamo controlli a tappeto. La nostra strategia, in caso di dubbi, è la tolleranza zero.

E poi gli allevatori italiani producono degli zamponi favolosi».

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