Sempre più asili aziendali

Oggi che alle mamme lavoratrici è richiesta una complicata equazione per destreggiarsi tra tempo ridottissimo e mille incombenze, alcune aziende vengono incontro alle esigenze di queste moderne «wonderwoman» creando apposite strutture dedicate ai loro pargoli. I nidi aziendali e interaziendali (in comune tra più imprese vicine) stanno fiorendo anche in Liguria, che ne conta una ventina: 13 in provincia di Genova, 3 a Savona, 3 a La Spezia e 1 a Imperia, per complessivi 577 posti, di cui 194 aperti anche a bambini residenti nelle vicinanze ma non per forza figli di dipendenti. Non c'è una differenza sostanziale fra questo tipo di asili e quelli tradizionali: gli asili aziendali devono infatti rispettare le stesse norme vigenti per gli asili nido e assicurano i medesimi standard. Per quanto riguarda la gestione, le aziende possono decidere di fornire direttamente il servizio, oppure di appaltarlo ad una cooperativa, scelta più diffusa in Liguria dove il Consorzio Agorà con i suoi 140 posti complessivi ne è il principale gestore.
Ecco alcune delle realtà genovesi dotate di asilo aziendale: gli ospedali San Martino e Galliera, il gruppo Iride, la Marconi Selenia Communication e la Ansaldo Energia spa che offrono insieme un nido interaziendale a Coronata, così come la Brignola e la Api a Mignanego. A Savona ci sono gli asili di Cooperarci, Asl 2, Opere sociali, Bitron (ha anche l'accesso al mare!) mentre Sanremo vanta i nidi del Comune e della Asl 1. «La formula dell'asilo nido aziendale e interaziendale aperto al territorio - dichiara Massimiliano Costa, vicepresidente della Regione Liguria e Assessore alle politiche sociali - si è rivelata vincente, in quanto permette di ottimizzare le risorse e ampliare l'offerta di servizi per tutti». Mentre Paolo Veardo, Assessore all'infanzia e alla scuola, spiega le due linee guida che hanno portato allo sviluppo dei nidi aziendali (nati grazie a due importanti deliberazioni regionali del 2004 a sostegno della famiglia): «La territorialità, perché il nido interaziendale deve riservare una percentuale di posti anche per i bambini i cui genitori non prestino la loro opera presso l'azienda. E la progettazione pedagogica, perché il nido deve realizzare il servizio sulla base di una progettazione che sia in rete con le esistenti agenzie territoriali che si occupano di infanzia, favorendo il confronto e la collaborazione». I benefici per la mamma lavoratrice sono moltissimi: la riduzione dello stress connesso al raggiungimento del posto di lavoro e della sistemazione del bimbo in una struttura, la consapevolezza della vicinanza del bambino, e non ultima la possibilità, legata alle singole finanziarie, di detrarre dal reddito complessivo un importo determinato per bambino inserito. La decisione del Comune di Genova, del 2006 di accreditare alcuni posti dei nidi aziendali facendovi confluire bambini iscritti nelle liste d'attesa del Comune ha aperto una interessante strada di collaborazione tra pubblico e privato, come nel caso del nido del Gruppo Iride, inaugurato nel gennaio 2008.

«La peculiarità del Nido di via Lodi (Molassana), che ospita 16 bambini di età compresa tra i 13 e i 36 mesi, consiste nella presenza all'interno della struttura di una Scuola Infanzia Comunale e di una Scuola primaria di 1° e 2° grado: tre soggetti diversi in una logica di continuità educativa con gestione differenziata (Stato, Comune, Privato Sociale)» spiega l'Assessore Veardo, e aggiunge che i progetti in corso per realizzarne altri sono diversi.

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