Enza Cusmai
Crescono i divorzi, diminuiscono i matrimoni. La coppia scoppia. Cosa succede, gli uomini e le donne preferiscono la convivenza o la solitudine, alla vita coniugale? «Effettivamente cè un logorio del tessuto connettivo del matrimonio ammette lavvocato Cesare Rimini - tanto è vero che si assiste a questo calo progressivo sia del matrimonio concordatario che di quello civile. E la crisi della vita coniugale non risparmia nessuno: limponenza numerica dei divorzi riguarda i giovanissimi ma anche le persone non più giovani, quelle, per intenderci, con i capelli grigi».
Eppure avvocato, il suo ultimo libro sulla metamorfosi della vita familiare ha un titolo spiritoso: «E a casa tutti bene?». In realtà sembra che nelle case degli italiani non si stia affatto bene, a giudicare dalle ultime indagini.
«Il mio è un titolo ironico ma in realtà il testo vuole spiegare comè cambiato nel corso degli anni il concetto del matrimonio».
Dal matrimonio riparatore a quello tra i gay, pacs permettendo.
«Di strada se nè fatta molta. Basti pensare che secondo una legge fatta ad hoc per i principi reali, circa 50 anni fa erano nulli i matrimoni tra razze diverse».
E ora un italiano su dieci sposa una persona straniera.
«Ovvio, basta uscire per strada per incontrare razze diverse. E così anche i matrimoni si adeguano alla realtà».
Però dopo il colpo di fulmine diventa tutto più difficile. Come mai?
«Il matrimonio resta una grande speranza ma dopo limpatto con la quotidianità diventa difficile convivere. E alla fine manca la voglia di prendere il caffè insieme la mattina e anche di parlare o di discutere, manca la voglia persino di litigare».
È un quadro triste quello che dipinge.
«Purtroppo lo stare insieme è diventato molto difficile soprattutto quando non cè più nulla da dirsi e non ci sono più interessi comuni. Per fortuna ci sono anche tanti matrimoni felici, però quelli non fanno notizia».
Ma i divorzi prevalgono, assieme al malessere diffuso della coppia. Quali sono i principali motivi di una rottura?
«La gente crede che sia ladulterio, in realtà quello è solo lultimo anello della catena. Nella grande maggioranza dei casi il tradimento si insinua in una coppia già in crisi. Non si deve dimenticare che molti matrimoni reggevano per convenienza».
Chi provoca la separazione?
«Molto spesso la donna. Fino a quando faceva la casalinga il matrimonio reggeva perché lei non aveva indipendenza economica. Ora, la sua indipendenza economica la rende forte, non rimane più assieme al marito per necessità. Semmai ci sta solo per amore dei figli ma se il tessuto affettivo è troppo sfilacciato prima poi se ne va».
Nel suo libro lei sostiene che sacrificarsi per i figli non è sempre un bene.
«Certo, se i bambini devono assistere a litigi o a pesanti silenzi, allora è un sacrificio che non serve a nulla anzi è controproducente».
Qual è la tipologia delle coppie che si dicono addio?
«Giovani o meno giovani, tutti hanno le loro motivazioni. La coppie giovani si lasciano perché non si conoscono oppure per immaturità. A volte convivono per anni e poi si separano subito dopo essersi sposati. Per loro è meglio la convivenza, perché è una scelta quotidiana libera da doveri».
E perché anche i lunghi matrimoni falliscono?
«Quando viene a mancare il lavoro e i figli se ne vanno, un uomo e una donna si devono confrontare e trovare degli interessi comuni. Invece spesso non hanno più nulla da dirsi».
Però ci sono anche i recidivi, cioè quelli che si risposano.
«Loro vogliono riconquistare uno spazio di vita che non si sentono più di condividere con il compagno di sempre. E il secondo matrimonio di regola funziona».
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