In questi ultimi giorni ci siamo volutamente tenuti alla larga dal dibattito sulla riforma del Senato, a sua volta strettamente legata alla riforma elettorale (già approvata alla Camera e in attesa di passare all'altro ramo del Parlamento). Non volevamo annoiare i lettori su un argomento che già di per sé è pesante, addirittura respingente quando si scende nei dettagli tecnici. Il che non vuol dire che si stia parlando di quisquilie. Anzi, uscire dal pantano del bicameralismo perfetto (stessi poteri tra Senato e Camera) è cosa fondamentale per velocizzare gli iter di legge e aumentare la stabilità politica e, non ultimo, risparmiare qualche quattrino. Essere declassati a parlamentari di serie B, ovviamente e legittimamente, non piace a tutti i senatori in carica, ultimi eredi dei patrizi (e dei plebei) che governarono la grande Roma ai tempi dell'Spqr (Senatus Popolusque Romanus). Da qui le tensioni, i tira e molla, i rinvii che hanno riempito le cronache di questi giorni.
Ieri in commissione si è raggiunto un accordo che dovrà superare ora la prova dell'aula. L'opposizione alla riforma, fortemente voluta da Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, non è ancora domata. Nata dentro il Pd (caso Mineo), si è allargata strada facendo a Forza Italia. Un gruppo di azzurri, capitanato da Augusto Minzolini, minaccia di non votarla e forse anche qualche cosa di più. Ho grande stima e rispetto per l'amico e collega Minzolini, ma qui i fatti personali non contano. Lui e i suoi compagni di ribellione si sono liberamente candidati in un partito, Forza Italia, che è riformista per statuto. Di più. Forza Italia è nata per cambiare questa politica e l'obsoleto assetto istituzionale del Paese. I destini personali - quello di Minzolini, degli altri senatori o il mio che siano - non contano. Né vale nascondersi dietro scuse tecniche tipo: riformiamo sì, ma non così. La riforma perfetta non esiste: non lo è questa, non lo sarebbe quella nella testa del gruppo dei malpancisti.
Io credo che si sia discusso fin troppo. E sono convinto che non ci sia più tempo da perdere. Anche in Forza Italia se ne facciano una ragione.
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