da Roma
Uninchiesta a Reggio Calabria su presunti brogli nei voti degli italiani allestero e un nome eccellente: quello di Marcello DellUtri. Il senatore azzurro sarebbe coinvolto in una trama che vedrebbe esponenti della ndrangheta, in particolare della cosca Piromalli di Gioia Tauro, impegnati a truccare 50mila schede bianche per favorire un partito in corsa alle elezioni. In cambio di 200mila euro, della promessa di una modifica del regime di carcere duro, il 41 bis, per i detenuti affiliati e di interventi per «aggiustare» i loro processi in corso.
Il nome di DellUtri è trapelato dopo la fuga di notizie e le anticipazioni di alcuni quotidiani sulle indagini della Dda reggina, in primis sul sito web di Repubblica, ma il senatore siciliano del Pdl dice di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia e di aver letto sui giornali dellinchiesta. Quanto al suo coinvolgimento in presunti brogli, sbotta: «Stiamo scherzando? Stiamo dando i numeri! Se vogliono sollevare un polverone elettorale, io questo purtroppo non lo posso impedire. Ma stiamo dando i numeri».
Le indiscrezioni parlano dellintercettazione telefonica di colloqui tra un parlamentare uscente e ricandidato e un uomo daffari italiano trasferitosi in Venezuela. Sarebbe Aldo Miccichè, nato nella Piana di Gioia Tauro e condannato in Italia in via definitiva per bancarotta fraudolenta e millantato credito. DellUtri dice di non conoscerlo personalmente, ma precisa che è «notissimo» in Italia, essendo stato amministratore della Dc negli anni 60-70 e avendo avuto «vicende giudiziarie legate a Tangentopoli». Il senatore di Fi ammette di averlo sentito per telefono. Prima per affari: «È una persona con la quale ero qualche mese fa in contatto per ragioni di energia. Lui in Venezuela si occupa di forniture di petrolio. Io ero in contatto con una società russa che ha sede anche in Italia, per cui conoscendo questi russi ho fatto da tramite». Poi per motivi politici, quando in vista delle elezioni Miccichè gli propose di occuparsi del voto degli italiani allestero in Sudamerica. «Io - spiega DellUtri - lho messo in contatto con la nostra rappresentante, Barbara Contini. Poi il discorso si è chiuso. Questo signore si è interessato di organizzare il voto degli italiani allestero come si sono attivate tutte le persone di tutti i partiti e di tutte le latitudini. Quindi, non vedo dove sia la materia del contendere».
Per gli investigatori, Miccichè dal Venezuela curava gli affari economici e commerciali della cosca dei Piromalli. E proprio indagando su queste attività il procuratore di Reggio Calabria Francesco Scuderi e il pm Roberto Di Palma, si sarebbero imbattuti nella trattativa sulla manipolazione dei voti.
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