Roma

Sensi fa 80 anni, cerimonia «blindata» in Campidoglio

Marcello Di Dio

Una cerimonia «blindata». Tanto che del servizio d’ordine se ne occupa lo staff della Roma e non i vigili preposti. Peccato che ci si trovi al Campidoglio e non a Trigoria. Ma la cerimonia in questione è per gli ottanta anni di Franco Sensi, che nelle sale del comune è ormai di casa. E così cerimonia a porte chiuse per tifosi - in tanti restano comunque in attesa sotto il sole all’esterno dell’edificio - stampa, fotografi e operatori (anche se questi ultimi entreranno per pochi secondi, giusto il tempo di qualche scatto e qualche ripresa). Giusto così, se questa è la volontà della Roma e se sta bene al sindaco Veltroni. Il Campidoglio, per un giorno, è sembrato proprio casa di Sensi e del club giallorosso e non la sua.
E se in piazza era un via vai turisti ma anche di sposi e invitati, i due ingressi per accedere alla Sala sono stati «blindati». Da addetti della Roma. Che hanno controllato a vista i giocatori giallorossi, orfani dei big (Totti non era tornato in tempo dall’America, gli altri campioni del mondo De Rossi e Perrotta torneranno solo la prossima settimana) quasi fosse un segreto svelare il loro stato d’animo nella giornata dedicata al presidente. Ma forse non avevano niente da dire: per loro parlava il regalo a Sensi, un piatto d’argento con dedica personalizzata. Parla invece Spalletti: «Ringrazio il presidente per avermi dato la possibilità di vivere a Roma e condividere questo entusiasmo che solo la Capitale sa dare... Ricordo ancora con emozione la prima telefonata che mi fece».
Cerimonia breve, dicevamo, nella quale Franco Sensi riceve da Veltroni una stampa del ’500 del Marco Aurelio. «Il nostro è un grazie a nome di tutta la città - ha detto il sindaco di Roma -. Al di là della fede calcistica, perchè Sensi è un uomo che ha sempre parlato chiaro, diritto al cuore, e ha una simpatia istintiva». Come istintivo è l’annuncio del patron giallorosso. «Sono commosso di essere qui - confessa con il solito filo di voce -. Oggi compio 80 anni, e siccome il prossimo anno, il 27 luglio 2007, li compirà anche la Roma, ho deciso di scrivere un libro che racconti i miei 80 anni di vita giallorossa. Sarà un racconto che partirà da Testaccio, fatti, persone, cose. Mi voglio scusare sin da ora se nel libro troverete delle parolacce...». Ilarità generale, applausi e qualche momento di commozione. «Ha dato la vita per la Roma, che volete di più? Anzi, ce ne vorrebbero di più di presidenti come lui...», sottolinea l’artista romano e romanista doc Lando Fiorini. Nella Sala della Protomoteca c’è anche un pezzo di storia della Roma: da Amedeo Amadei, il Fornaretto di Frascati che a 85 anni sembra ancora un ragazzino, a Carletto Mazzone. Ma c’era anche quello che da molti è riconosciuto come il cantore numero uno del giallorosso, Antonello Venditti: «Una festa commovente: non so descriverla con parole... forse ci vorrebbe un’altra canzone - ha detto il popolare cantautore, che ha scritto oltre 30 anni fa l’inno della squadra -. Il titolo? “Lacrime di gioia“. Il presidente vive la sua sofferenza con grande semplicità, in un modo fantastico. In mezzo a tutti a stringere le mani, davvero, una festa bellissima. Certo, non c’era il pianoforte, ma nella Protomoteca è come se ci fosse stata una canzone totale...».
Uno degli ospiti d’onore, Vittorio Cecchi Gori, approfitta dell’occasione per sottolineare come «il mio olocausto è servito ad aiutare Sensi, un uomo formidabile, e la Roma». Fuggono tutti, anche la «scortatissima» (e non ce n’era francamente bisogno) Rosella Sensi. «È stata una bellissima giornata e le emozioni sono state tante».

La festa è proseguita fino a tarda notte al Sunbay Park Hotel di Civitavecchia.

Commenti