Marta Bravi
Il pop filosofeggia e costringe lo spettatore a riflettere. Succede davanti agli acrilici di Sergio Cavallerin, in mostra allo Spazio Crapapelada di via Savona 12, fino a domenica (orari 10-13 e 15-20). Tele coloratissime, piene, ricolme di gatti, mucche, pesci, calciatori, macchine, carri armati, bandiere, tra cui si nasconde una nota stonata. Piccola, piccolissima, una placchetta a forma di topo, lattaio, amo. Sì, perché la domanda che lartista pone, o meglio la chiave di lettura dei quadri, è: «Dovè?». Tra tutti questi pesci dovè lamo? Come dire: la fregatura cè ed è sempre in agguato. Tra tutti i carri armati e i missili, dovè la pace, cosa aspetta a venire fuori? Tra centinaia di cuori, dove si nasconde Cupido? Forse la domanda di amore supera la possibilità di una sua realizzazione. Chi, invece, non si trova tra la miriade di bandiere americane è Bin Laden. È il grande assente. Un altro rimando allattualità lo si trova nel quadro delle mucche, spremute fino in fondo. Ma il lattaio dellazienda Parmalat dovè?
Piano piano il senso emerge, grazie al ragionamento la verità si dischiude. Cavallerin, come Socrate, spinge lo spettatore a interrogarsi, a indagare il senso delle cose. Ed è per questo che loggetto da trovare è una placchetta dargento o addirittura doro bianco, perchè la risposta è preziosa, molto più della domanda. «Polimeri» questo il titolo della mostra è, dunque, un invito a superare lapparenza e la superficialità dellocchiata frettolosa: le figure che affollano la tele, infatti, non sono, come sembrano, tutte uguali, così come i polimeri sono composti da una moltitudine di elementi uguali, ma non identici.
Cavallerin è stato grafico, vignettista, fotografo, ha partecipato a circa 200 mostre umoristiche in tutto il mondo, collezionando premi e riconoscimenti. «Polimeri» rappresenta il suo esordio in pittura ed è stata presentata per la prima volta nellaprile 2005 al Lingotto di Torino.