Persepoli di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud (Francia) è al Festival di Cannes in quota film politici per la critica del regime dello scià e di quello degli ayatollah; è in quota film d'animazione; è in quota film di esordienti, per giunta una giovane donna, sia esordiente, sia dissidente, il che fa anche
rima. Da ultimo - ma da primo per chi scrive - è un film che punge senza urlare, che revisiona senza mostrarlo, che commuove senza pretenderlo. Insomma Persepoli ha il senso della misura, così raro nei festival e altrove.
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