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«Sentenze tra una settimana, nessuna fretta»

Il numero uno della Caf spiega le strategie per la stretta finale

Claudia Passa

da Roma

Non ci sarà un giudice a Berlino, veniva da dire parafrando Brecht quando si pensava che il verdetto della commissione d’appello federale sul cosiddetto scandalo del calcio sarebbe arrivata lunedì o martedì, comunque dopo la finale mondiale dei ragazzi di Lippi anche se in tempi relativamente brevi. Poi, all’uscita dall’aula bunker dell’Olimpico, il presidente Cesare Ruperto si è intrattenuto con i cronisti, offrendo una disponibilità inattesa, e parlando a ruota libera ha detto che il processo procede per il meglio, ma che non bisogna avere fretta. «Le sentenze lunedì o martedì? Prendiamo un po’ più di tempo forse ci vorrà anche una settimana. Per fare giustizia farò tutto quello che è necessario, può darsi che voglia ritornare indietro e riascoltare qualcuno».
Ieri sera i legali dei 29 accusati (tra tesserati e club) hanno concluso le loro arringhe, durate complessivamente più di quanto inizialmente previsto. Dopodiché i cinque componenti della commissione, più un sostituto e un rappresentante dell’Aia, si sono chiusi alle spalle la porta della camera di consiglio. Sul loro tavolo l’atto di deferimento del procuratore federale Stefano Palazzi, la copiosa documentazione trasmessa dall’ufficio indagini all’organo d’accusa, le tante memorie difensive e le note d’udienza depositate dagli avvocati. Non solo: a disposizione di Ruperto e colleghi ci saranno anche le registrazioni delle intercettazioni telefoniche disposte dalla Procura di Napoli, confluite nelle informative dei carabinieri e dunque nel procedimento in sede sportiva. Molti degli avvocati, infatti, al momento di trarre le conclusioni nell’aula-bunker dell’Olimpico hanno invitato i giudici sportivi a non fossilizzarsi sulle trascrizioni e ad ascoltare i supporti audio delle conversazioni spiate, per attribuire alle stesse il giusto peso e il corretto significato in base al tono del dialogo. Spesso i difensori hanno derubricato alla voce «millanterie» o «battute» alcuni passaggi delle intercettazioni, invocando non di rado i rapporti di amicizia fra gli interlocutori, maturati negli anni in ragione della comune appartenenza al mondo del calcio. Ed è in questa chiave – oltreché a causa di alcuni presunti errori di trascrizione – che la Caf è stata sollecitata a premere il tasto play.
È dunque improbabile che dalla stanza blindata nella pancia dell’Olimpico esca una sentenza-lampo, come del resto ha raccontarto Ruperto. E non solo a causa dell’appuntamento di Berlino con Zizou e compagni. Nonostante il ritmo rapido imposto al processo dai calendari delle coppe europee, infatti, la commissione presieduta da Ruperto ha già dimostrato in occasione dell’esame delle eccezioni procedurali di voler prendere il tempo necessario per decidere. In quell’occasione, infatti, le richieste dei difensori sono state respinte, ma la camera di consiglio è durata sei ore, molto più del previsto.

Ogni decisione va motivata e se dalla sentenza dovessero arrivare verdetti di condanna, sarà proprio dalle motivazioni che i difensori dovranno partire per predisporre - entro i tre giorni successivi - il ricorso alla Corte federale.

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