«Le vittime, e i loro parenti, vivono un ergastolo morale, un dolore che non finisce mai. Perché mai chi questo dolore lo ha arrecato non dovrebbe pagare per tutta la vita?» dichiara Bruno Berardi, presidente dell’Associazione vittime del terrorismo e della mafia, nettamente contrario a qualsiasi ipotesi di grazia per Vallanzasca.
Non credete a un pentimento dell’assassino?
«Ci siamo sempre opposti a qualsiasi ipotesi di sconti di pena. La pecora nera rimane tale, non si può ammazzare la gente e dire che ci si è ravveduti. La natura degli assassini non cambia e lo hanno dimostrato tanti episodi di criminali che sono usciti per commettere nuovi reati. Da tempo chiediamo alla politica di fare qualcosa, ma agli sforzi delle forze dell’ordine non corrisponde un’efficienza della giustizia, che ormai è come una clessidra che perde sempre più sabbia. Ma non cambia mai niente e gli errori vengono fatti pagare alla cittadinanza. Vallanzasca evidentemente vede anche lui i telegiornali e ha pensato di poter approfittare di questo momento in cui tutti escono di galera per uscire anche lui».
Siete contrari alla grazia anche per il futuro?
«È una questione di coerenza, è inutile fare processi che costano un sacco di soldi e arrivare a una condanna definitiva se poi la pena non viene scontata, tanto varrebbe non fare nemmeno il processo. Le sentenze devono essere eseguite alla lettera, non si può mercanteggiare la giustizia cercando di ottenere degli sconti».
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