Basta poco alle volte a mettere in crisi la macchina giudiziaria. Come ad esempio è successo al tribunale di Roma, dove è finita la carta. Sembra una cosa da niente ma in questi casi si corre il pericolo che si blocchino le sentenze per le cause civili e che vengano rilasciate le persone sotto custodia cautelare. A rammentarlo è Raffaela Micucci della Ugl Ministeri: «Per chi non ne fosse al corrente, ci tengo a sottolineare che senza carta si arena lintero sistema. Ad esempio non si possono inviare i decreti di citazione, col rischio di decorrenza dei termini di custodia cautelare oltre i quali i detenuti vengono scarcerati. Nel civile, invece, le sentenze non possono essere rese esecutive per via della loro mancata pubblicazione. In altre parole siamo arrivati al blocco totale delle attività». A fronte dello stato in cui versano le cose, la Ugl Ministeri prepara unassemblea che si terrà la mattina del 21 giugno nel piazzale davanti al tribunale. Nelloccasione saranno distribuite risme di carta per fotocopie. «Non ci resta che tentare la strada della provocazione».
Sbotta anche Paola Saraceni, segretario nazionale del sindacato: «Mentre da un lato il governo moltiplica poltrone e stipendi, dallaltro non ci sono nemmeno i soldi per mandare avanti gli uffici. Una situazione quanto meno paradossale».