nostro inviato
a Reggio Calabria
LInter carica di un altro punto la sua classifica, a Reggio trotta, palleggia, scarica tossine, niente di speciale e lontana parente delle giornate di gloria, eppure alla fine lintero Granillo si alza in piedi ed esulta per questo 0-0. Segno inequivocabile che la paura di perdere dei reggini era enorme.
Seconda di campionato che finisce senza reti, era successo a Udine, anche se Mancini a un certo punto aveva in campo Adriano, Cruz, Figo e Recoba e lidea che volesse portarsi a casa in fretta tre punti era forte. LInter ha tenuto il gioco, la palla, ha dato una dimostrazione di forza inequivocabile, centrocampo esagerato nonostante le assenze, quando scendeva verso Campagnolo era pulita e ordinata, ma mai cattiva, una componente che non può mancare neppure a questa squadra.
A conti fatti le palle gol nitide sono state due, una per parte, più clamorosa quella calabrese con Di Dio al 18 della ripresa. Dopo un minuto scarso Adriano è sceso alla sua maniera sulla sinistra, ha scaricato in mezzo allarea dove Cruz marcatissimo ha fatto velo per Cambiasso sulla destra, calcio in corsa e paratona di Campagnolo. Proteste nerazzurre sulla respinta del portiere con largentino che forse viene trattenuto da Lanzaro nel tentativo d ribattere.
Ma sono particolari che nei novanta minuti si perdono. Le due clamorose palle gol hanno timbrato il momento più esaltante della partita, mancava ancora circa mezzora alla fine e sembrava proprio che tutto potesse cambiare, Mancini ha ammesso che voleva vincerla, Mazzarri che gli è andata bene.
Forse è stata ancora una volta la teoria delle motivazioni a fare la differenza, questo punto serviva molto più ai calabresi, si è visto con quale tenacia assalivano il pallone, dietro hanno concesso pochissimo, la difesa a tre ricostruita allultimo momento da Mazzarri ha retto molto bene, Aronica si è preso applausi a ripetizione e oltre alloccasione di Cambiasso lInter ha poco da recriminare. Anche se al decimo minuto del secondo tempo solo un sinistro strozzato di Cruz ha impedito il vantaggio. Lintuizione era stata di Zanetti che sulla trequarti reggina aveva lasciato partire un rasoterra perfetto che aveva raggiunto Cruz in mezzo allarea a contatto con Aronica, sinistro a incrociare fuori con Mancini e Mihailovic in simultanea fuori dalla loro gabbia a disperarsi. Poi è entrato anche El Chino a giocarsi lultimo quarto dora con lInter che ha iniziato a premere come nei primi minuti della partita.
Adriano bene, non è stato quello di domenica col Parma ma ha giocato con forza fisica e intelligenza, una sua finta di corpo dopo un quarto dora di gioco ha mandato Tognozzi a gambe allaria e perfino i reggini hanno trattenuto a stento la risata. Un suo sinistro è stato murato da Aronica che sulla respinta è rinculato di un paio di metri.
Questa Reggina ha fermato lInter e questa Inter ha compiuto un atto di bontà.
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