SEPOLCRO DI MARGHERITA DI BRABANTE

iglio di Nicola, Giovanni Pisano si educa sotto gli archi del pulpito di Pisa e accompagna il padre a Siena per il secondo pulpito del Duomo, insieme a un altro grande scultore come Arnolfo di Cambio. E a Siena Giovanni trova il luogo dove esprimere le sue idee nuove a partire dal 1285. Il Duomo è casa sua e Giovanni lo popola di grandi statue con i profeti e i sapienti che vivono come gli eroi della Chiesa cristiana. Sono uomini che pensano e convincono, solenni nei loro ampi panneggi. Non dialogano più con l’architettura: la sovrastano. Il Duomo è il loro pulpito. Oggi è possibile vedere le sculture in un corpo a corpo, scese a terra, nel museo dell’Opera del Duomo. Siena è la madre.
Ma all'inizio del nuovo secolo, sulle orme del padre, Giovanni ritorna a Pisa, non senza un essenziale passaggio a Pistoia per il pulpito della chiesa di Sant’Andrea in cui arricchisce e sintetizza nelle forme architettoniche e in quelle plastiche il modello del padre. In lui c’è meno solennità e più racconto, più emozione. Ed esse si dispiegano tutte nella nuovissima e pressoché circolare invenzione, a cinquant’anni dall’impresa paterna per il Battistero, del pulpito per il Duomo di Pisa. Le storie sono sull’anello superiore. Gli archi gotici polilobati si semplificano, le colonne si alternano a gruppi di statue. In quest’impresa di grande respiro i rilievi con le Storie di Cristo sono nove e si articolano tra figure di profeti aggettanti. Il racconto è dinamico, espressivo, ricco. Lo spirito è più vicino a quello di Giotto, che Giovanni affiancherà con le sculture per l’altare della Cappella degli Scrovegni: umanità e drammaticità caratterizzano il racconto di Giovanni.
Ma, per intendere fino in fondo la spiritualità, espressa anche in alcuni crocifissi in legno e avorio, occorre meditare al sepolcro di Margherita di Brabante, moglie di Arrigo VII di Lussemburgo, diviso tra il Museo di Sant’Agostino e quello di Palazzo Spinola a Genova.

Siamo nel momento della più piena maturità (1313-1314) di Giovanni e vediamo sollevato dalla morte, nuova vita, il corpo di Margherita portato verso il cielo da due angeli mutili che si piegano verso di lei.
Mai prima la scultura aveva rappresentato una condizione psicologica, spirituale come in questi gesti di pietà e di elevazione nei quali si sente lo spirito di Dio.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica