da Torino
A soli 17 anni è andata alla ricerca di un futuro migliore e ha, invece, trovato linferno. Vittima di una terribile vicenda di violenza è una marocchina che è stata segregata in casa per un mese dal marito, un connazionale operaio di 33 anni, che lha sottoposta a ripetute violenze fisiche e sessuali.
A far scattare le indagini sono stati alcuni parenti della giovane residenti in Francia, venuti a Torino su richiesta della mamma, che si trova in Marocco, e che la ragazza era riuscita una volta a conattare di nascosto. Il telefono, infatti, glielo aveva sequestrato il marito, muratore di 33 anni, con regolare permesso di soggiorno: oltre a rinchiuderla tutte le mattine a chiave, nel loro appartamento a San Salvario, le impediva ogni contatto con lesterno. «Sono partita dal Marocco l8 marzo scorso - ha rcccontato ai miltari che lavevano appena liberata e dopo un lungo viaggio in autobus ho raggiunto Torino e mio marito. Lui usciva ogni mattina presto - ha detto - per andare in cantiere e tornava la sera. Dopo qualche tempo ha cominciato a chiudermi a chiave, mi ha sequestrato il telefonino e ha iniziato ad essere violento minacciandomi in ogni modo».
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