"Sequestreremo le case affittate ai clandestini"

Il ministro dell’Interno Maroni assicura una corsia preferenziale per il disegno di legge: "Elimineremo i campi nomadi abusivi. Nel pacchetto misure forti ma necessarie, in vigore entro luglio"

"Sequestreremo le case  affittate ai clandestini"

Roma - «Entro luglio le norme del pacchetto sicurezza entreranno in vigore». Roberto Maroni mette un punto alle tante ipotesi circolate in questi giorni e detta la prima certezza in vista del Consiglio dei ministri di domani a Napoli. Il ministro dell’Interno è netto: non ci saranno rinvii sine die. Sarà Silvio Berlusconi a stabilire quali parti del pacchetto verranno rese esecutive subito, attraverso l’utilizzo di un decreto legge. «Ma anche le misure del pacchetto sicurezza che verranno inserite in un disegno di legge saranno comunque approvate entro la fine di luglio perché il governo intende chiedere una corsia preferenziale in Parlamento» spiega Maroni.

Il ministro anticipa che il pacchetto sicurezza sarà composto da «una trentina di temi i quali, secondo me, hanno tutti i requisiti di necessità e urgenza», requisiti che consentirebbero di varare tutto per decreto. Ma «sarà il presidente del Consiglio a decidere le misure che non sono così urgenti e che entreranno nel disegno di legge». In ogni caso si tratta di poche settimane in più perché «l’obiettivo del governo è dare risposte rapide all’ansia di sicurezza dei cittadini». Maroni non usa mezze misure riguardo il reato di immigrazione clandestina: «Io sono favorevole. C’è in Francia e in Germania, e consente un giudizio immediato e l’espulsione con provvedimento del magistrato. È una garanzia di un giusto processo per chi viene in Italia».

La linea, insomma, è quella della fermezza. E la conferma arriva da altri due impegni che Maroni prende pubblicamente, parlando a Porta a porta. Il primo riguarda la questione dei nomadi e degli insediamenti non autorizzati. «Bisogna intervenire per eliminare tutti i campi rom abusivi e creare strutture sicure con alloggi degni di tale nome». Il secondo riguarda la confisca degli appartamenti a chi affitta in nero agli immigrati clandestini «per metterli a disposizione del sindaco perché ne faccia l’uso sociale che ritiene. Una sanzione pesante ma non possiamo pensare di chiedere misure drastiche al governo e poi nel privato approfittare dell’illegalità». Sullo sfondo Maroni concede un’apertura anche all’opposizione. Oggi, infatti, incontrerà il ministro ombra Marco Minniti «per discutere con lui alcune delle misure che lui e Amato avevano studiato e poi non avevano approvato per l’opposizione interna alla maggioranza».
Resta da stabilire come procedere sul fronte caldo del reato di immigrazione clandestina. La soluzione più probabile sembra essere quella indicata dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, il quale ritiene che «la misura migliore sia affidarsi a un disegno di legge, cioè lasciare al Parlamento la proposta dell’introduzione del reato. Poi, come è ovvio, il Parlamento, anche con il contributo dell’opposizione, è sovrano». In questo senso Walter Veltroni e Pier Ferdinando Casini hanno già fatto sapere che voteranno contro.

Di certo il pacchetto sicurezza, al di là del reato di clandestinità, prevederà misure severe come una stretta sui ricongiungimenti, l’applicazione più rigorosa del diritto di asilo, gli inasprimenti delle pene per alcuni reati di allarme sociale (come rapine, scippi, furti, maltrattamenti in famiglia) e modifiche al codice di procedura penale con una stretta sui benefici della Gozzini. Sarà, inoltre, abolito il patteggiamento in appello per i reati di mafia mentre si sta ancora discutendo di un aggravamento della pena nel caso in cui a delinquere sia chi è entrato irregolarmente in Italia.

Inoltre Filippo Ascierto, responsabile Sicurezza di An, rivela l’intenzione di costruire un Cpt (da ribattezzare «Centro per l’identificazione e l’espulsione») in ogni regione. E di proporre la defiscalizzazione degli straordinari per le forze dell’ordine, in modo da concedere a quest’ultime un riconoscimento concreto nel momento in cui viene chiesto loro un surplus di impegno.

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