Sequestro-lampo per la figlioletta di Mexes

Il difensore è stato avvisato mentre era in ritiro con la squadra a Trigoria

Terrore a Casalpalocco. Rubano l’auto di Philippe Mexes ma non si accorgono che, addormentata sul sedile posteriore, c’è la figlioletta di due anni. Una serata al cardiopalmo per Carla, la compagna del difensore francese della As Roma, che si è vista scippare il Suv Mercedes ML 320 davanti al cancello del residenze «I Triangoli», in via Ermanno Wolf Ferrari, mentre porta a casa il primogenito Enzo di 4 anni. Una fuga di pochi chilometri in direzione Axa: in piazza Eschilo il grosso fuoristrada viene abbandonato in mezzo alla strada con una portiera aperta. Quando arrivano gli agenti di polizia, avvertiti da una passante, la piccola Eva dorme profondamente. Tanto che quando mamma Carla la mette a letto la bambina non si accorge di nulla. A ricostruire la vicenda gli uomini del XIII commissariato di polizia. Sono le 23,30, la donna rincasa dopo aver trascorso la serata di giovedì in pizzeria con degli amici. Il suo compagno è in ritiro, a Trigoria, assieme al resto della squadra. Carla prende in braccio Enzo lasciando la piccola Eva sul seggiolino posteriore. L’auto aperta. Pochi secondi, giusto il tempo di entrare nell’abitazione e scendere di nuovo. Ma dal cortile vede il Suv partire a razzo. «Aiuto, hanno rapito Eva» le prime parole concitate al telefono con Philippe. Il calciatore giallorosso non si perde d’animo, corre ad avvisare il team manager Salvatore Scaglia che lo autorizza a lasciare il ritiro. Le telefonate al 113 si accavallano, viene diffuso l’allarme a tutte le pattuglie in zona e fuori zona. Mexes è già sulla Cristoforo Colombo a bordo del suo Porsche Cayenne e in pochi minuti arriva sul posto. In tempo per il lieto fine: l’auto è stata appena recuperata e la bambina è sana e salva. È stata lasciata in una piazza al centro del vicino quartiere Axa, tra Palocco e Acilia, probabilmente una volta accorti del baby passeggero. Philippe viene raggiunto dal ct Luciano Spalletti che gli concede un giorno di permesso. Mentre gli esperti della scientifica effettuano i rilievi, la donna viene ascoltata dagli inquirenti. «Era buio, non è in grado di riconoscere il ladro - spiega Rosario Vitarelli, vicequestore aggiunto a Ostia -, probabilmente italiano a giudicare dall’accento. Non possiamo escludere che sia stata un’azione premeditata: il quartiere è abitato da molti vip, in particolare campioni di calcio. Come non si può abbandonare l’idea di un colpo deciso sul momento, quando la donna si è allontanata lasciando l’auto incustodita». Giallo sul numero del commando: un rapinatore solitario, magari un tossico della zona, oppure una coppia di malavitosi specializzati in rapine? Certo è che il malvivente alla guida non ha lasciato tracce. Secondo gli uomini della scientifica la presenza del rivestimento interno in pelle e radica ha fatto sì che non rimanessero impronte digitali. Sconvolto mister Spalletti: «Alle 23,45 ero nel mio ufficio, è venuto di corsa Scaglia e mi ha detto dell’accaduto. Philippe aveva ricevuto la telefonata dalla compagna alle undici e mezza, poi è partito dopo avere avvisato Scaglia dicendogli “È successo questo e questo”. Scaglia ha chiamato la Digos, è partito l’input per le ricerche. A mezzanotte e mezza sono arrivato da Mexes, sono stato un quarto d’ora con lui, gli ho detto di restare lì mentre la moglie andava in commissariato. Non ho chiuso occhio per il resto della notte. Come è accaduto? Lei era andata a cena con alcuni amici di famiglia. È rientrata con i due bambini, ne ha scaricato uno a casa.

I ladri sono entrati, le hanno preso le chiavi dalla borsetta, sono entrati in macchina e quando lei è uscita stavano già partendo. Meno male che questi ragazzi hanno avuto un po’ di lucidità quando si sono accorti del fatto, perché poteva avere risvolti tragici».

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