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«La sera prima ho avuto un sogno premonitore»

La figlia di uno dei membri dell’equipaggio: «Papà era coperto da ragni, ma io non potevo aiutarlo»

Marta Ottaviani

Se in fondo al mare si lotta contro il tempo per salvare la vita dei sette marinai del batiscafo russo AS-28, in superficie l’angoscia delle loro famiglie aumenta di ora in ora.
E mentre mogli, figlie e madri aspettando che il sottomarino riemerga dalle acque della Kamchatka, emergono le prime testimonianze di questa estenuante attesa. Nonostante i nomi dei cinque marinai non siano ancora stati resi ufficialmente noti, il quotidiano russo Komsomolskaia Pravda è riuscito a raccogliere le confessioni di due familiari. Parole piene ancora di speranza, ma anche di inquietanti premonizioni.
Tra coloro che hanno deciso di parlare, infatti, c’è Svetlana, 18 anni, studentessa all’università della Kamchatka e figlia di Serghiei Bielozorov, 41 anni, secondo ufficiale di bordo. «Sono in ansia - ha detto Svetlana al giornalista del quotidiano moscovita - il giorno prima dell’incidente ho fatto un terribile sogno premonitore. Per carattere mi preoccupo sempre molto quando mio padre partecipa a un’immersione, ma questa volta ho più paura. Nel mio incubo ho visto papà con gli altri membri dell’equipaggio. Papà era coperto di ragni e di mosche. Io cercavo di liberarlo ma non ci riuscivo. Mi sono svegliata piena di angoscia». Svetlana non riesce a trovare pace, nemmeno se pensa ai vent’anni di esperienza professionale accumulati da Serghiei Bielozorov. «E pensare - continua la giovane fra i singhiozzi - che da un po’ di tempo stava riflettendo se andare in pensione con un po’ di anticipo».
Ma c’è anche chi, pur senza nascondere una certa preoccupazione, cerca di mantenere la calma e di guardare con fiducia alle operazioni di recupero del sottomarino, nonostante il tempo per trarre in salvo i sette marinai diventi sempre più risicato.
È Elena Milashevskova, moglie del giovanissimo comandante del battiscafo AS-28 Vyacheslav Milashevsky, che ha solo 25 anni. La coppia ha due gemelle di soli 23 mesi. Dalle sue parole traspare un’enorme forza d’animo e una grande stima nelle capacità professionali del marito.
«Vyacheslav è una marinaio esperto - spiega Elena -. È proprio per la sua esperienza che è stato promosso comandante, va pazzo per la marina militare. Malgrado la sua età è alla sua settima immersione da comandante su un batiscafo di quel tipo e ha alle spalle diversi riconoscimenti». Che il suo Vyacheslav possa aver sbagliato, che il suo adorato oceano se lo possa essere portato via per sempre non si può nemmeno pensare. «Mio marito - continua Elena - il mare ce l’ha nel sangue. Nella sua famiglia ci sono molti marinai e sommergibilisti. È una tradizione».
Mentre le ore passano, mentre il batiscafo rimane incagliato a 190 metri sul fondo dell’oceano, gli occhi di Svetlana ed Elena rimangono rivolti verso il mare.

Aspettando di vedere affiorare dall’acqua la sagoma dell’AS-28 e di riabbracciare chi all’oceano ha dedicato la sua vita.

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