Duccio Pasqua
Dieci anni di poesia a Roma. Dal giugno 97, il festival «Romapoesia» è diventato un appuntamento imprescindibile per chi ama e frequenta il mondo della poesia. Un festival «aperto a tutte le forme di sperimentazione linguistica», come ha detto lassessore alla cultura del Comune di Roma, Gianni Borgna. Un festival sempre più legato alle capitali europee della poesia, grazie agli accordi culturali stipulati con Berlino, Londra, Barcellona, Dublino e Glasgow, tra le altre. Questanno «Romapoesia», in collaborazione con lIstituto polacco di cultura, dedicherà la giornata di apertura a Ryszard Kapuscinski, poeta, scrittore e giornalista candidato al Nobel per la letteratura. Kapuscinski sarà a Roma domani, al cinema Farnese di Campo de Fiori, per leggere i suoi testi poetici pubblicati in Taccuino dappunti, mentre i poeti Antonella Anedda, Carlo Bordini, Annalisa Comes e Laura Pugno leggeranno traduzioni italiane dei suoi componimenti. Verrà anche proiettato, in prima nazionale, il film Laltra arca di Noè di Piotr Zaluski, ispirato alla figura di Kapuscinski. «Ledizione del decennale - ha spiegato Luigi Cinque, membro del comitato Romapoesia - conferma limportanza di un festival che, dal 97 a oggi, ha portato a Roma i 300 poeti più importanti del mondo». Cinque ha anche sottolineato la rilevanza dellesperimento «DOCtorCLIP», primo festival italiano di videoclip di poesia giunto alla seconda edizione. Loriginale iniziativa, che invita a creare cortometraggi ispirati alle composizioni poetiche, lo scorso anno ha avuto grande successo di pubblico e ha stimolato unottima produzione artistica. La proiezione dei brevi filmati avrà luogo allAuditorium il 27 ottobre, e non si esclude una futura collaborazione con Massenzio per esportare questi esperimenti video-poetici verso una vera rassegna cinematografica. Daltronde la vocazione di «Romapoesia» è sempre stata quella di liberare la poesia dallintimismo malinconico e crepuscolare in cui la percezione comune la confina, sia dando vita a sperimentazioni innovative, sia frequentando la poesia di luoghi lontani, che fatica ad arrivare nel nostro Paese. «Prima che nascesse il festival - è lopinione del poeta Tommaso Ottonieri - era difficile diffondere la poesia a Roma. Lottimo contributo della manifestazione ha invece dato voce a laboratori di giovani che già esistevano e che non trovavano canali per esprimersi». Tra gli eventi di rilievo del «Festival della Parola», il doppio appuntamento «Figli di una nuova madre lingua», che affronterà il problema di chi è costretto, per scelta o per necessità, a scrivere in un idioma differente dalla propria lingua madre.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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