Una serata in compagnia di due «formidabili geni»

Il festival «Letterature» ospita questa sera i reading di due autori molto popolari e apprezzati dai giovani come Alessandro Baricco e lo statunitense Dave Eggers

Pier Francesco Borgia

Uno è diventato famoso scrivendo l’Opera struggente di un formidabile genio (Mondadori), l’altro inanellando successi editoriali e strategiche apparizioni mediatiche. Stiamo parlando della «strana (ma non troppo) coppia» che questa sera animerà lo scenario di Massenzio per il festival «Letterature» diretto da Maria Ida Gaeta. Uno viene dall’America e si chiama Dave Eggers. L’altro è semplicemente Alessandro Baricco. Sono loro i «formidabili geni» della letteratura contemporanea protagonisti della serata.
Il secondo (quello registrato all’anagrafe torinese, per intenderci) non ha bisogno di presentazioni. Se qualcuno non ha letto i suoi libri (e stiamo parlando di un’esigua minoranza), lo ha almeno applaudito nei suoi popolari reading omerici (a doppio senso). Altrimenti, lo ha apprezzato nelle sue fabulazioni televisive (Totem). Che altro dire di un autore costretto a nascondersi per «troppa popolarità»? Limitiamoci a ricordare al nostro lettore che questa sera leggerà un testo inedito ispirato al tema «Naturale/artificiale» e intitolato West Coast 9/11. Un’ultima riga la spendiamo per precisare che - a differenza di Eggers - Baricco non ha bisogno della voce suadente e vellutata di Eleonora Danco. Leggerà personalmente il suo testo (poteva essere altrimenti per un «grande comunicatore» come lui?). Entrambi, però, verranno gratificati della musica di Nicola Tescari.
Eggers ha bisogno di pochi cenni biografici e letterari per quei lettori che questa sera siederanno nella platea a cielo aperto della Basilica di Massenzio. È nato a Chicago nel 1970, ma da anni risiede a San Francisco dove ha sede anche la sua casa piccola casa editrice McSweeney’s. Prima affinità con il Baricco, operatore editoriale. Pare che a questi scrittori non basti più scrivere romanzi da centinaia di migliaia di copie vendute. Hanno bisogno di fondare case editrici («piccole e indipendenti») o dirigere scuole di scrittura. Insomma organizzare e irregimentare i fermenti delle nuove creatività. Eggers leggerà questa sera un brano tratto dal suo ultimo libro. Si tratta di un romanzo che ricalca gli schemi del new journalism ed è dedicato alla vita reale di un profugo sudanese finito negli Stati Uniti (titolo provvisorio What is the what). «Il brano che leggerò - spiega lo scrittore - si intitola Royal girls. In fondo è l’unica parentesi allegra di una storia molto triste». Dal suo primo successo con il colosso americano della Simon & Schuster sono passati quasi due lustri. Da allora Eggers non riesce a risolvere il paradosso prodotto con la creazione della sua casa editrice. Un marchio voluto per avere maggior libertà artistica ma anche per dare voce a quegli emergenti che le majors dei libri snobbano. «È vero - ammette -. Il mio primo libro non avrebbe avuto il successo che ha ottenuto se fosse stato pubblicato da una casa editrice come la mia». Paradossi a parte, Eggers spiega così la sua strategia editoriale: «Abbiamo all’attivo una cinquantina di titoli. Insomma, siamo soddisfatti della nostra imbarcazione da piccolo cabotaggio. Quando vendiamo più di 15mila copie (un’inezia per il mercato americano, ma un ottimo risultato da noi, ndr) stappiamo una bottiglia». E pensare che la McSweeney’s non si limita ad un lavoro di nicchia, pubblicando anche autori del calibro di Javier Marìas e Michel Houellebecq. «Non pensate ai grandi numeri. D’altro canto sono autori che negli Usa nessuno pubblicava». E il mistero di un simile paradosso (il catalano Marìas e il francese Houellebecq vendono nel vecchio continente milioni di copie, ndr) è presto risolto. «Da noi il costo più alto è quello della traduzione.

Per andare in pareggio devi vendere almeno 5mila copie!» Eggers poi rivela come proprio Baricco sia l’unico italiano coccolato dall’editoria statunitense e spiega che non è un caso. «Da noi vige una regola non scritta che più o meno recita così: “Uno per nazione è più che sufficiente”». Alla faccia dello sciovinismo!
Basilica di Massenzio, ore 21. Ingresso libero fino a esaurimento posti.

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