Pietro Acquafredda
Che strano tipo il maestro Antonio Pappano. Poteva godersi il successo del Don Giovanni - che si replica per lultima volta domani(ore 19.30) - o riposarsi dalle fatiche di questi ultimi dieci giorni nei quali ha lavorato da mattina a sera per il capolavoro mozartiano, e invece no. Nei tempi che comunemente si chiamano «morti» ha ripreso le forze, e sè buttato nella preparazione di un nuovo concerto, per questa sera, dal programma davvero singolare, con il coro dellAccademia. Tanto entusiasmo ed energia si spiegano solo perché, lavorando con il coro in un repertorio che gli è assai familiare, per Pappano è come tornare, neppure ventenne, agli anni in cui in America, a Bridgeport nel Connecticut, aiutava suo padre maestro di canto, accompagnando gli allievi al pianoforte, suonava nelle chiese e lavorava con vera passione con un coro. Lì ha fatto pratica di musica vocale di ogni epoca e stile, ma ha anche imparato e frequentato repertori ignoti, dai canti popolari a quelli di impronta religiosa, come spiritual e gospel, che accanto al jazz, rappresentano laltra faccia musicale di quel continente.
Ed ora con la stessa passione vuole farli ascoltare al suo pubblico romano che solitamente invece lo conosce direttore nel grande repertorio sinfonico. Gospel e Spiritual, popolarissimi, che non solo conosce, ma dei quali ha assimilato lo spirito.
Poi lamericano Pappano con la bella «Messa» sopra il tema di una celebre antichissima canzonetta «Lhomme armè», di Carissimi, viene anche a muoverci un leggero rimprovero, visto che a Roma abbiamo fatto passare il quarto centenario della nascita di uno dei più grandi nostri musicisti, Giacomo Carissimi (1605-1674), nella più totale indifferenza.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.