“Call my agent - Italia”, viaggio ironico e dissacrante nello showbiz

Complici le avventure di un’immaginaria agenzia che cura gli interessi di grossi nomi del cinema, si svelano le dinamiche nascoste dell’ambiente. Con guest star divertenti e divertite

“Call my agent - Italia”, viaggio ironico e dissacrante nello showbiz

Call my agent - Italia”, serie al debutto stasera su Sky e disponibile in streaming su NOW, è la trasposizione italiana di un grande successo francese, “Dix Por Cent”, e si presenta come uno spassoso omaggio e al contempo canzonatura del nostro cinema.

Quello che sembrava intraducibile in chiave nostrana (e che trovate ancora su Netflix con il titolo italiano di “Chiami il mio agente!”), è stato riadattato con maestria a uso e consumo del mercato nazionale.

Pur mantenendo intatti i fondamenti narrativi di quanto partorito in terra francese, “Call my agent” ha un’impronta tutta sua e si accinge a deliziare soprattutto lo spettatore che non ha mai visto la serie originale.

In sei puntate si raccontano le vicissitudini di una potente agenzia di spettacolo e dei suoi soci che gestiscono le carriere delle più grandi star del cinema italiano da una sede con meravigliosa vista su Piazza del Popolo a Roma. Ogni episodio ha al centro un attore o un’attrice che si mette nei guai e deve essere salvata da chi ne cura appunto gli interessi. La squadra di agenti è composta da individui accomunati da un’abnegazione al lavoro tale da compromettere la propria vita privata. C’è Vittorio (Michele di Mauro), il socio anziano dall’egoismo conclamato; c’è Lea (Sara Drago), l’amazzone stakanovista; c’è Gabriele (Maurizio Lastrico), l’empatico insicuro; infine c’è Elvira (Marzia Ubaldi), la decana dall’esperienza ineguagliabile. Al gruppo si aggiungono assistenti e un fondatore, Claudio, la cui partenza per Bali lascia tutti sgomenti.

Ogni socio della CMA, questo il nome dell’agenzia, ha un proprio stile e quindi un diverso modo di gestire vizi, capricci, paturnie e ossessioni della celebrità di turno. Il mestiere sembra portare a non avere orari e, di fatto, ad essere per il proprio cliente un riferimento totale, un confidente e perfino uno psicologo.

Tra imprevisti e problem solving d’ordinanza, i personaggi si muovono in situazioni a tratti surreali e la cui gravità è sempre stemperata a colpi di autoironia. Naturalmente ogni episodio è legato al seguente da una linea narrativa nella quale a scandire i tempi sono accadimenti non strettamente professionali e grazie alle quali impariamo a conoscere più a fondo non solo la situazione sentimentale e familiare dei personaggi, ma soprattutto le loro paure più nascoste, i punti forti e i desideri inconfessati.

Di sicuro “Call my agent”, se non fosse per la continua prospettiva sulle meraviglie di Roma, potrebbe raccontare un ambiente di lavoro di qualsiasi altra metropoli, un po’ per la poca romanità dei personaggi protagonisti e un po’ perché edulcora l’ambiente narrato, privandolo delle feroci antipatie tra celebrità, così come di tante altre caratteristiche della cloaca magna che ben veniva mostrata ne “La Grande Bellezza”. Ma va bene così, “Call my agent” vuol essere altro: un universo ipercitazionista che trae forza dalla giusta commistione tra finzione e realtà e che trabocca del fascino del cinema e della capitale senza indagare troppo sotto la superficie, scegliendo di porgere allo spettatore alcune verità ma sempre con tocco leggero.

Brillante e mai banale, la serie deve molto ad un cast eccellente di attori professionisti ma non noti al punto da minare la credibilità del loro ruolo, una volta accanto a grandi personalità nei panni di se stesse.

Le guest star che hanno dato prova di sapersi mettere in gioco e di saper ridere di sé sono Paola Cortellesi, Paolo Sorrentino, Matilda De Angelis, Piefrancesco Favino, Stefano Accorsi e Corrado Guzzanti. Difficile dire quale sia l’episodio più riuscito e quale il contributo vip più esilarante. Sarebbe un peccato aggiungere particolari e rovinare la sorpresa. Basti sapere che sono uno più irresistibile dell’altro.

Occhio a non perdere la divertente scenetta sui titoli di coda.

Già prevista una seconda stagione in cui speriamo di ritrovare Emanuela Fanelli, qui a dir poco esilarante nei panni di Luana Pericoli, un'attrice scarsa e mitomane.

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