Serialità

Non ci resta che il crimine, la nuova serie con Marco Giallini con venature fantasy

In arrivo su Sky, Non ci resta che il crimine è la serie tratta dall'omonima saga cinematografica con Marco Giallini, Gian Marco Tognazzi e Giampaolo Morelli. Ecco la recensione

Non ci resta che il crimine, la nuova serie Sky con Marco Giallini è da non perdere

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Non ci resta che il crimine, la nuova serie Sky con Marco Giallini è da non perdere

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Era il 2019 quando Massimiliano Bruno portò al cinema Non ci resta che il crimine, primo capitolo di quella che poi sarebbe diventata una trilogia cinematografica dalle venature fantasy, in cui un gruppo di personaggi male assortiti ma assolutamente irresistibili si trovava a viaggiare nel tempo, in una Roma criminale e pericolosa. A distanza di anni, debutta ora su Sky e in streaming su Now TV Non ci resta che il crimine - la serie, che arriva su Sky Serie il 1 dicembre, con un appuntamento fisso di due episodi a settimana. Ispirandosi al tema dei viaggi nel tempo - che fa pensare subito a Ritorno al futuro - e con un titolo che è un chiaro omaggio alla storia del cinema rappresentata da Non ci resta che piangere, la nuova serie Sky sarà composta da sei episodi, in cui lo spettatore si troverà nel mezzo di una storia che abbraccia tanto il presente, quanto il passato.

Cosa aspettarsi dalla serie di Non ci resta che il crimine?

La serie di Non ci resta che il crimine prende il via dopo i fatti narrati in C'era una volta il crimine, e in essa ritroviamo Giuseppe (Gian Marco Tognazzi), alle prese con la scoperta di essere stato adottato. Proprio per questo motivo l'uomo è determinato più che mai a trovare e incontrare la sua madre biologica, incurante degli insegnamenti perpetrati dalle passate avventure, secondo i quali non si può cambiare il passato senza mettere a repentaglio anche il futuro e, perciò, il presente. Utilizzando il wormhole che gli spettatori hanno avuto modo di conoscere nella saga cinematografica, Giuseppe viaggia indietro nel tempo e "atterra" nella Roma degli anni Settanta, dove gli studenti combattono per i loro diritti e il bisogno di far sentire la propria voce. Nel frattempo, nel presente, Moreno (Marco Giallini) e Claudio (Giampaolo Morelli) si trovano di punto in bianco col conto bancario prosciugato, sintomo che il viaggio di Giuseppe sta già cominciando ad avere delle conseguenze inaspettate. I due, allora, decidono di seguire l'amico e aiutarlo prima che sia troppo tardi.

Una serie che non delude le aspettative

Diretto di nuovo da Massimiliano Bruno - che riprende anche il ruolo di Gianfranco - insieme ad Alessio Maria Federici, Non ci resta che il crimine - la serie è un prodotto che sfrutta a pieno le potenzialità della saga cinematografica e che cavalca sapientemente tanto il talento degli attori in scena quanto la possibilità di costruire una commedia ambientata nei ruggenti quanto pericolosi anni Settanta. Per prima cosa, però, bisogna sottolineare che sarebbe meglio vedere prima i tre film della trilogia cinematografica, dato che la serie ne rappresenta di fatto un sequel su piccolo schermo. Non ci resta che il crimine - la serie fa infatti del suo meglio per coinvolgere anche un ipotetico pubblico che sia del tutto ignaro di quello che è accaduto nei tre lungometraggi precedenti, ma va da sé che una visione completa permette non solo una maggiore comprensione delle dinamiche, ma anche un maggior livello di empatia e coinvolgimento, dal momento che così facendo si possono conoscere meglio i personaggi. E sono proprio loro il vero punto forte di questa operazione produttiva.

Se nei film di Massimiliano Bruno l'accento sembrava essere focalizzato soprattutto sulla volontà di creare una storia che facesse ridere in poco meno di due ore, concentrandosi dunque più sugli snodi narrativi che su quelli emotivi, la serie in arrivo su Sky ribalta questa prospettiva e posa metaforicamente la macchina da presa sulle spalle dei protagonisti, considerandoli non solo come maschere di una società fallimentare, ma come veri e propri essere umani che ora possono essere scandagliati, denudati delle loro sovrastrutture civili e sociali e messi sotto la lente d'ingrandimento per le loro emozioni e le loro relazioni. Una scelta che non fa altro che arricchire la diegesi, dal momento che la volontà di intrattenere rimane intatta. Lungi dall'essere un ampolloso prodotto per soddisfare l'ego dell'intellettuale di turno, Non ci resta che il crimine - la serie è uno show divertente, che fa ridere sguaiatamente in più di un'occasione e che non ha paura di usare il sapore amato di una risata malinconica per raccontare anche il lato più struggente della vita.

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