Serie A e B, un futuro da separate in casa

Galliani: «Per due anni daremo gli alimenti, poi i club di B dovranno vedersela da soli»

da Milano

Il treno è partito, impossibile fermarlo. Così l’assemblea di serie A, convocata per ieri mattina a Milano, invece di dare ascolto alle voci della mediazione (Moroni del Lecce dixit), ha tirato dritto per la prossima stazione. «Stiamo discutendo di ragionevoli alimenti da passare alla serie B» è la frase di Leandro Cantamessa, legale del Milan, uno dei professionisti incaricati di studiare, in tutti i suoi passaggi successivi, la scissione del pallone italiano. «Le società (20 su 20 i presenti, ndr) hanno dato mandato all’unanimità di realizzare la separazione, spero che sia consensuale e non risulti traumatica» è l’annuncio dato da Adriano Galliani, preceduto dalle dichiarazioni di identico segno pronunciate da Zamparini, suo vice. «Anche la serie B è convinta che questa sia la soluzione migliore»: nella dichiarazione di Galliani c’è una notizia che dev’essere confermata domani, al culmine dell’assemblea della categoria convocata a Milano. Di sicuro serie A e serie B si preparano a vivere da separati sotto lo stesso tetto, cioè: stessa sede, quella attuale di via Rosellini, stesso personale, stessi uffici, con due loghi diversi e due destini economici separati. Impossibile prevedere la data ufficiale del divorzio: non prima dell’autunno, secondo alcuni calcoli ottimistici. «È complicato, dobbiamo discutere di mutui, immobili, organizzazione degli uffici, poi ognuno per la propria strada. E la serie B comincerà a camminare con le sue gambe, ne sono sicuro» è il pronostico interessato di Adriano Galliani. «Naturalmente, per un certo periodo di anni, assicureremo gli alimenti» assicura il presidente pro tempore della doppia Lega e su questo aspetto del negoziato si comincerà a trattare nelle prossime settimane.
Lo schema può essere il seguente: garantire per le due prossime stagioni una mutualità di 110 milioni di euro alla serie B che consenta alla categoria di sopravvivere ma, attenzione, con una clausola rescissoria fondamentale: «La serie B non deve spendere più del 60% del proprio fatturato», precisa Antonio Giraudo che è uno dei padri storici dello scisma. Con il suo fermo atteggiamento è riuscito a convincere anche gli scettici, Chievo Verona e Empoli, indisponibili in un primo momento a sottoscrivere l’impegno solenne e formale che deve portare alla separazione. «Il fatto nuovo è la compattezza della serie A», questa la chiave di lettura fornita da Galliani che non a caso, a fine dei lavori assembleari, prima di trasferirsi in via Turati per la firma del contratto di Gilardino, ha ricevuto nel suo studio Andrea e Diego Della Valle, presidente e patron della Fiorentina. I rapporti personali tra i due grandi nemici ai tempi dell’elezione sono stati ricuciti e sono tornati eccellenti. Non solo, ma dall’assemblea, è partita una crociata. Rino Foschi, ds del Palermo, ha chiesto d’intervenire per richiamare l’attenzione dei presidenti sui procuratori, «dobbiamo studiare qualcosa per tagliare i loro enormi guadagni». Speriamo lo ascoltino. Due leghe diverse, con due presidenti.

La serie A ha già scelto di confermare l’attuale ticket, Galliani e Zamparini. Ai due è stato dato mandato di trattare con la Rai per la cessione dei diritti in chiaro. È solo il primo passo verso la separazione ma decisivo. Il ricavato servirà per gli alimenti da passare alla B.

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