Le punizioni letali di Pirlo e Hernanes lanciano lo spot delle importanti vittorie esterne di Juventus e Lazio. Un gol dopo soli 4’ di Samuel grazie ad un erroraccio di Abbiati regala all’Inter il derby e il ritorno al terzo posto, a -4 dalla cima. Il Milan, che protesta con l’arbitro Valeri (male) per un gol annullato a Montolivo e per un rigore non assegnato a Robinho ma in superiorità numerica per quasi un tempo (espulso Nagatomo), sprofonda a -12 e dice definitivamente addio allo scudetto. Roma, Fiorentina e Catania onorano il turno casalingo e si issano al quinto posto della classifica mentre il Cagliari risorge, vince a Torino e lascia al Siena il fanalino di coda.
Samuel-gol in avvio: il derby all'Inter
Pronti-via e l’Inter va subito in vantaggio: segna Samuel, colpo di testa su punizione di Cambiasso. Male Abbiati in uscita. Il portiere rossonero fa anche peggio qualche minuto dopo, quando regala a Milito il pallone del 2-0: il Principe si addormenta, Mexes lo recupera e poi il suo colpo di testa finisce debolmente tra le braccia di Abbiati. Scampato il pericolo, il Milan si organizza e crea qualche buona opportunità, soprattutto con un buon Montolivo: gran botta dell’ex viola, che ispira la manovra rossonera. Fanno buona guardia Ranocchia e Samuel. L’Inter fatica a farsi vedere in avanti, mentre il Milan spinge: Boateng ci prova in due occasioni (impreciso). Al 39’ proteste rossonere. Bojan per Emanuelson, Handanovic esce con i pugni ed entra in contatto con l’olandese: Valeri ferma l’azione prima che Montolivo tiri indovinando l’incrocio dei pali, forti dubbi. Nel finale si vede Bojan: stoppato da Ranocchia prima e da Handanovic poi. A inizio ripresa altra svolta del match: Nagatomo, già ammonito, tocca ingenuamente col braccio un pallone innocuo nella trequarti rossonera, Valeri lo manda negli spogliatoi: Stramaccioni, che aveva già tolto lo spento Coutinho (dentro Guarin), si copre con Pereira per il fischiatissimo ex, Cassano (male anche lui). Allegri mette dentro Robinho, con il 4-4-1 l’Inter si difende con ordine. Al 19’ destro di Montolivo, Handanovic risponde un pò così, Bojan rimette in mezzo per Boateng che non riesce a trovare la porta in semirovesciata. Azione in fotocopia poco dopo, stavolta Bojan scivola sul più bello. Tocca a Pazzini (per El Shaarawy) e Palacio (fuori Milito) per i 20’ finali: forcing rossonero, ci provano Pazzini ed Emanuelson, poi un tiro di Bojan viene deviato col brivido da Samuel in angolo. L’Inter conquista il derby, il Milan sempre più giù.
La Juve soffre ma vince
È la reazione juventina, dopo la frenata e l’opaca prova in Champions, a dare sostanza alla settima giornata anche se solo una zampata di Marchisio a 6’ dal termine riesce a violare il campo del Siena che mette a lungo in difficolta i campioni d’Italia. La Juve invece trova un avversario superiore alle previsioni. Il Siena è ben messo in campo e reagisce dopo la punizione di Pirlo che sblocca il risultato. Ma il pari di Calaiò alla fine del primo tempo gela i bianconeri. Poi soprattutto Giovinco sfiora il vantaggio, ma alla distanza i toscani crescono e Rosina si mangia un gol. I bianconeri inseriscono anche Quagliarella con Giovinco e Vucinic tentando il tutto per tutto. La mossa riesce perché uno spunto di Marchisio stende i toscani e la Juve vince soffrendo mentre Cosmi si fa espellere per proteste nel primo tempo. Poi si lamenta per un rosso per doppia ammonizione non data a Chiellini, autore dell’assist finale per Marchisio.
Hamsik e Pandev stendono l'Udinese
Il Napoli batte l’Udinese, dimentica Eindhoven e riaggancia la Juve al primo posto. Finisce 2-1 al San Paolo, gli azzurri portano a casa tre punti pesantissimi, giocando un ottimo primo tempo e soffrendo la sterile pressione bianconera nella ripresa. Decidono i gol di Hamsik e Pandev, in mezzo il momentaneo 1-1 di Pinzi. Nessuna sorpresa nell’11 di Mazzarri. Tornano i "titolarissimi" dopo la batosta di Eindhoven. Unico assente Cannavaro, al suo posto c’è Fernandez, poi Hamsik dietro Pandev-Cavani. Una grande novità nell’Udinese: torna titolare Maicosuel 5 settimane dopo quel rigore-cucchiaio contro il Braga che costò la Champions League ai friulani. Il brasiliano gioca alle spalle di capitan Di Natale mentre a destra, al posto di Basta, c’è Pereyra. Napoli pimpante, trascinato da Hamsik che suona la carica provando la conclusione dalla distanza. Si vede anche l’Udinese con Di Natale (largo il suo sinistro su cross di Pasquale), ma la prima palla-gol è sulla testa di Cavani, bravo Brkic a salvare la sua porta. Poco dopo un braccio di Pinzi intercetta un pallone di Hamsik, per Doveri non è rigore e lo slovacco viene ammonito per proteste. Al 30’ proprio Hamsik sblocca il risultato sfruttando l’azione Cavani-Maggio (sontuoso il colpo di tacco del Matador). Pandev arriva in ritardo sull’assist di Cavani e, un minuto dopo, Pinzi pareggia sfruttando la giocata di Maicosuel: 1-1. Al 46’, però, Pandev trova il destro che riporta avanti gli azzurri. Nella ripresa Udinese più propositiva, ma Di Natale non è in serata e l’unico vero rischio De Sanctis lo corre su un quasi autogol di Maggio. Guidolin prova a cambiare: fuori Pinzi dentro Ranegie e 3-4-3, ma il Napoli non concede nulla e con Hamsik va vicino al 3-1. Il tecnico bianconero viene allontanato per proteste, ma prima fa in tempo per ordinare il cambio Di Natale-Barreto. L’Udinese non trova spazi, Brkic all’89’ dice no a Insigne, poi Faraoni spaventa il San Paolo sfiorando il palo. Finisce 2-1 per il Napoli che riaggancia la Juve in vetta, per la squadra di Guidolin 3° ko in sette gare.
La Lazio vola
La Lazio dà un’impressionante lezione di lucidità al Pescara con una punizione capolavoro di Hernanes e una doppietta di Klose, cecchino implacabile. La squadra di Petkovic gioca a memoria, si prenota per la corsa Champions e ora ha tempo due settimane per preparare la sfida col Milan. Pesante passo indietro del Pescara di Stroppa dopo alcune prove convincenti. La Roma infrange il tabù dell’Olimpico battendo 2-0 un’Atalanta che spreca tre palle gol all’inizio. Lamela e Bradley fissano il risultato ispirati da un super Totti, Zeman lascia fuori De Rossi, Osvaldo e Burdisso creando forse una frattura con capitan Futuro, ma la classifica si muove, sotto gli occhi del patron Usa Pallotta. Zeman critica la squadra per chè ha visto troppa passività, Colantuono recrimina anche per un gol annullato sul 2-0 per un fuorigioco che non c’era. La Fiorentina spicca il volo in classifica superando il Bologna con un gol iniziale di rapina di Jovetic in un derby dell’Appennino interessante. Toni vince la sfida degli ex con Gilardino, segna anche un gol che viene annullato per sospetto fuorigioco. Ma il punteggio non rappresenta bene la superiorità dei toscani che sprecano tanto e trovano un Agliardi in vena di prodezze. Il Catania conquista tre punti pesanti nella corsa per la salvezza su un Parma a lungo in 10: gara in discesa con un gol iniziale di Gomez, poi Palotta salva su Bergessio, Almiron tenta due volte di imitare Maresca sfiorando il gol da centrocampo. Poi l’ottimo Bergessio trova il raddoppio che chiude la partita e il Catania di Maran non sfigura al confronto di quello di Montella, anzi ha un punto in più. Partita deludente del Torino, forse ancora ebbro del 5-1 di Bergamo della settimana passata. Il Cagliari ha una reazione dopo l’esonero di Ficcandenti.
I sardi ribattono colpo su colpo, poi passano a metà ripresa con Nenè che trasforma un rigore concesso per un mani di Glick. Proteste granata per un gol di Bianchi annullato per fuorigioco millimetrico, Cellino può tornare a sorridere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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