Le campagne elettorali hanno quasi sempre effetti prodigiosi, almeno a sentire le promesse su tutto e a tutti. Ma a volte, come in questa circostanza a Roma, dove si vota per cinque diverse amministrazioni (Senato, Camera, Provincia, Comune e Municipi) o in altre zone del Lazio, si può quasi parlare di miracoli. Cè un consigliere, per esempio, che segnala il caso di una enorme struttura in cemento armato costruita ventanni fa a Tor Tre Teste che avrebbe potuto ospitare un mercato rionale e un mega-parcheggio e che, invece, è rimasta vuota e abbandonata, ormai in balia del degrado. Da ventanni lamministrazione locale è la stessa (centrosinistra), sono cambiati solo i presidenti, con unalternanza Pds (poi Ds) e Rifondazione. Allimprovviso - ma guarda un po - lannuncio che la struttura sarà presto utilizzata a fini pubblici.
Cè un altro caso, segnalato da un parroco ciociaro che - si presume come molti suoi colleghi - ha ricevuto in questi giorni una lettera spedita dallassessore regionale ai Lavori pubblici Bruno Astorre con la quale si annuncia la imminente elargizione di un contributo per i lavori di ristrutturazione della chiesa. Dopo aver precisato che la delibera regionale ha avuto «il pieno sostegno del presidente Marrazzo», lassessore annuncia «la disponibilità» della sua «segreteria per qualsivoglia chiarimento sulliter del procedimento amministrativo». Tautologie a parte, è un bellesempio di eccezionale tempismo: i soldi ancora non ci sono, però è meglio annunciare (prima delle elezioni) che presto arriveranno.
Finché si parla si soldi o di strutture, poco male. Ma quando si scherza con la salute delle persone, allora le «promesse a tempo» diventano davvero odiose. È il caso dellultimo «miracolo» pre-elettorale del ministero della Salute. Con una lettera datata 31 marzo il sottosegretario Antonio Gaglione ha convocato numerose persone (rappresentanti o avvocati di associazioni che tutelano i danneggiati da trasfusioni di sangue o emoderivati infetti) il 9 aprile (cioè qualche giorno prima delle elezioni) per discutere dei criteri per la stipula delle transazioni. Il fatto è che le famiglie delle persone che si sono ammalate a seguito di una trasfusione da anni chiedono giustizia e risarcimenti. «Non si può giocare sulla pelle di chi merita rispetto, solidarietà e giustizia da parte dello Stato», tuona Cesare Cursi, il vicepresidente della commissione Sanità del Senato, primo firmatario dellemendamento grazie al quale è stata inserita nella Finanziaria di questanno (e anche per gli anni successivi) la somma di 180 milioni di euro a favore di quanti risultano danneggiati da sangue e da emoderivati infetti.
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