Una serie di «miracoli» a pochi giorni dal voto

Convocati il 9 aprile i danneggiati da sangue infetto. Cursi (Pdl): «Finora sempre ignorati»

Le campagne elettorali hanno quasi sempre effetti prodigiosi, almeno a sentire le promesse su tutto e a tutti. Ma a volte, come in questa circostanza a Roma, dove si vota per cinque diverse amministrazioni (Senato, Camera, Provincia, Comune e Municipi) o in altre zone del Lazio, si può quasi parlare di miracoli. C’è un consigliere, per esempio, che segnala il caso di una enorme struttura in cemento armato costruita vent’anni fa a Tor Tre Teste che avrebbe potuto ospitare un mercato rionale e un mega-parcheggio e che, invece, è rimasta vuota e abbandonata, ormai in balia del degrado. Da vent’anni l’amministrazione locale è la stessa (centrosinistra), sono cambiati solo i presidenti, con un’alternanza Pds (poi Ds) e Rifondazione. All’improvviso - ma guarda un po’ - l’annuncio che la struttura sarà presto utilizzata a fini pubblici.
C’è un altro caso, segnalato da un parroco ciociaro che - si presume come molti suoi colleghi - ha ricevuto in questi giorni una lettera spedita dall’assessore regionale ai Lavori pubblici Bruno Astorre con la quale si annuncia la imminente elargizione di un contributo per i lavori di ristrutturazione della chiesa. Dopo aver precisato che la delibera regionale ha avuto «il pieno sostegno del presidente Marrazzo», l’assessore annuncia «la disponibilità» della sua «segreteria per qualsivoglia chiarimento sull’iter del procedimento amministrativo». Tautologie a parte, è un bell’esempio di eccezionale tempismo: i soldi ancora non ci sono, però è meglio annunciare (prima delle elezioni) che presto arriveranno.
Finché si parla si soldi o di strutture, poco male. Ma quando si scherza con la salute delle persone, allora le «promesse a tempo» diventano davvero odiose. È il caso dell’ultimo «miracolo» pre-elettorale del ministero della Salute. Con una lettera datata 31 marzo il sottosegretario Antonio Gaglione ha convocato numerose persone (rappresentanti o avvocati di associazioni che tutelano i danneggiati da trasfusioni di sangue o emoderivati infetti) il 9 aprile (cioè qualche giorno prima delle elezioni) per discutere dei criteri per la stipula delle transazioni. Il fatto è che le famiglie delle persone che si sono ammalate a seguito di una trasfusione da anni chiedono giustizia e risarcimenti. «Non si può giocare sulla pelle di chi merita rispetto, solidarietà e giustizia da parte dello Stato», tuona Cesare Cursi, il vicepresidente della commissione Sanità del Senato, primo firmatario dell’emendamento grazie al quale è stata inserita nella Finanziaria di quest’anno (e anche per gli anni successivi) la somma di 180 milioni di euro a favore di quanti risultano danneggiati da sangue e da emoderivati infetti.

«Nei mesi scorsi il governo - spiega Cursi - benché più volte sollecitato dalla associazioni, non aveva mai trovato il tempo per affrontare l’argomento. Ora, con le elezioni anticipate, il miracolo improvviso. Ma le associazioni non si faranno prendere in giro».

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