da Milano
Afferra la chitarra e suona. E anche questo è il Gabriele Salvatores che non ti aspetti. Anche. Perché il primo, inaspettato Salvatores è quello che al Blue Note, tempio del jazz milanese, giunge per presentare la miniserie tv tratta dal suo film Quo vadis, Baby?. Un esperimento targato Sky - primo ciak il 20 agosto, arrivo in palinsesto a primavera 2008 - che fa del film realizzato nel 2005 una fiction da sei episodi di novanta minuti ciascuno, di cui il regista da Oscar (Mediterraneo, bei tempi) mantiene titolo, colori noir, protagonista (Angela Baraldi alias Giorgia Cantini, fotografa e investigatrice privata dai modi mascolini ma dai tratti sexy) e missione «etica»: scoprire le schifezze di questo mondo inseguendo una verità su tutte, quella della morte della sorella. Per chi conosce la storia del film, un intrigante sequel, per chi non lo conosce, la curiosità di vedere se in Italia si possono fare mini-serie dal taglio cinematografico e per di più di qualità. Il regista, tanto per cominciare, sarà Guido Chiesa, presentato da Salvatores come «il mio John Coltrane» (nel paragone scelto per l'occasione, lui dovrebbe essere Miles Davis, caspita): il regista del Quo vadis, Baby? originale per l'occasione si ritaglia il ruolo di direttore artistico dell'operazione, il cui portafoglio è di Colorado Film, Maurizio Totti e Sky Cinema: «Se il responso sarà positivo - assicura il direttore di Sky Cinema Nils Hartman - realizzeremo altre fiction, non necessariamente ispirate a film già usciti. A convincerci definitivamente è stato il recente successo di Tsunami, la serie HBO. Volevamo fare qualcosa di nostro». Per Salvatores, la tentazione di vedere sviluppata la storia originale e «di sfruttare un po' di più i molti bravi tecnici che al cinema lavorano poco, perché si fanno troppi pochi film», per Chiesa quella di «rivitalizzare il panorama sfittico della fiction italiana. In Usa fanno cose come Six Feet Under, qui invece si replica sempre la stessa cosa, adatta alla tv generalista. Vanno corsi dei rischi».
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