Serpenti assassini e vermi per bimbi impazzano nelle sale

I botteghini Usa sbancati dal terrificante «Snakes on a plane»

Silvia Kramar

da New York

Vermi e serpenti. A distanza di una settimana due film stanno apparendo nelle sale cinematografiche americane con un solo intento: quello di disgustare il pubblico. I due film sono diametralmente opposti anche se sono distribuiti dalla New Line Cinema, la piccola casa cinematografica che ha osato sfidare l'establishment di Hollywood con documentari come Fahrenheit 9/11 di Michael Moore e film impegnati.
Il primo, intitolato Snakes on a Plane (serpenti sull’aereo), orripilante e disgustoso, è stato realizzato per quel pubblico che ama i peggiori thriller e che ha periodicamente bisogno di una buona razione di puro orrore: interpretato da Samuel L. Jackson, racconta di un aereo infestato da serpenti velenosi. L’altra sera, addirittura, in una sala dell’Arizona, gli spettatori hanno provato la stessa paura dei protagonisti del film: qualche buontempone ha liberato due serpenti che si sono messi a strisciare tra le gambe gettando nel panico le persone. È stato subito chiamato un cacciatore di serpenti.
Meno pauroso, ma comunque un poco disgustoso è il secondo, invece, è fatto per il pubblico junior e, almeno, offre un messaggio positivo. S'intitola How to eat fried worms, come mangiare vermi fritti ed è tratto da un bestseller per bambini scritto nel 1972 dal figlio del leggendario pittore Norman Rockwell. Thomas Rockwell, all’epoca, da anni stava cercando di sfondare nel mondo letterario, ma ogni suo romanzo veniva gentilmente respinto da agenti e case editrici. «Così un giorno, tornando a casa, mi dissi che cercare di vendere un manoscritto era un po’ come ingoiare dei vermi - racconta sempre Rockewell -. E in quell'attimo mi venne l'idea di scrivere questa storia di un ragazzino, Billy, che è un tipo solitario, timido e che non ha amici. Per contare qualcosa nel gruppo, Billy sfida i suoi compagni di scuola con una scommessa. Mangiare 15 vermi in 15 giorni». Per trent'anni il romanzo è rimasto sulla lista dei best seller junior: prima della generazione di Harry Potter, i ragazzini americani si erano appassionati alle avventure di Billy che pur di mangiarsi un verme al giorno lo frigge, lo bolle e lo immerge in tutti i tipi di salsa. Billy era l'eroe di milioni di ragazzini timidi.
Protagonista della storia dei quindici vermi è l'attore Luke Benward, che ha undici anni e che aveva già recitato in Because of Winn-Dixie, sempre della Walt Disney. È perfetto per la parte: ha quell'aria ormai rara da ragazzino acqua e sapone, da bambino innocente e, insieme a lui, anche i compagni di scuola un po’ rétro mettono simpatia in un mondo degli anni Settanta dove non c'erano iPod, Nintendo e telefonini ma solo giochi semplici, scommesse come quella dei vermi fritti che non non si potevano comperare on-line.
Nell’altro film che mette ribrezzo, Snakes on a plane, invece non ci sono né bontà né lezioni di vita, non ci sono sorrisi e gentilezze. Solo le urla dei malcapitati passeggeri del volo 121 della South Pacific Airline, che però sono piaciute tanto da far volare il film al primo posto nel box office americano al suo debutto lo scorso weekend, con un incasso di 15,3 milioni di dollari. A bordo dell’aereo c’è un agente dell'Fbi, interpretato da Samuel L. Jackson, che accompagna il testimone di un delitto dalle Hawaii a Los Angeles. Il volo dura quasi otto ore, condensate in 190 minuti di puro orrore a partire da quando nello scompartimento del cargo decine di serpenti scivolano fuori da uno scatolone, per far strage dei passeggeri ed uccidere il testimone. Cobra, pitoni, vipere del Gabon (le più velenose al mondo) appaiono improvvisamente nella toilette - dove uccidono un passeggero mordendolo sui genitali - e continuano la loro macabra invasione uscendo dallo scompartimento della maschera ad ossigeno, strangolando un signore inglese per poi cominciare a mangiarlo dalla testa.
Come How to eat fried worms anche questa pellicola ha una certa aria rétro, un ritmo da Hollywood anni Settanta, quando storie inverosimili come questa venivano ancora assorbite da un pubblico molto meno sofisticato di quello di oggi.
Ma è la pura volgarità di Jackson che piace ad un pubblico maschile che ne ha fatto il numero uno al botteghino dello scorso weekend. Parolacce, bestemmie e frasi irripetibili accompagnano Jackson mentre cerca di eliminare il suo disgustoso nemico. E sono stati proprio gli spettatori a guidare gli autori nella stesura di cotanta sceneggiatura, scritta raccogliendo i suggerimenti dei blogger.

Prima di arrivare nelle sale, il film infatti era girato sui siti internet con una martellante campagna pubblicitaria, che in rete aveva fatto nascere delle parodie dei personaggi ancor prima che la pellicola venisse terminata. Non c’è che dire: al gusto del pubblico non si comanda.

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