«Lodo Serravalle, ecco la sentenza che condanna Filippo Penati». Titolo della nota stampa firmata da Bruno Dapei e Giovanni De Nicola, rispettivamente capogruppo provinciale di Fi e di An, che diffondono «la sentenza». E lo fanno, dicono, «con sei giorni di ritardo» poiché il presidente della Provincia «sosteneva di non conoscere il contenuto del lodo arbitrale per la risoluzione della controversia tra Palazzo Isimbardi e Palazzo Marino sulla società Serravalle».
Ma «carta canta» dicono gli esponenti del Pdl, mostrando copia della sentenza che «era già, sei giorni fa, nelle mani del legale dellamministrazione provinciale». Trentanove fitte pagine di una sentenza «chiara che rende ancora più oscuri i motivi che spinsero il presidente della Provincia a spendere 238 milioni di euro per acquisire da privato, Marcellino Gavio, il controllo della Milano-Genova. Controllo che peraltro non era nelle mani di chi vendeva ma, allora come oggi, della stessa Provincia insieme al Comune di Milano».
Virgolettati che Dapei e De Nicola accompagnano con un estratto della sentenza: «A pagina 38, condanna la Provincia di Milano a pagare al Comune di Milano la somma di 400mila euro, con laggiunta a pagina 39 che condanna la Provincia di Milano a rimborsare al Comune di Milano le spese di difesa nella misura di 33mila euro ma, dettaglio non da poco, il lodo arbitrale rigetta nel merito le altre domande riconvenzionali della Provincia e, attenzione, dichiara che è tuttora in vigore tra le parti nei suoi termini originari il patto di sindacato, tranne le clausole cessate il 22 movembre 2007 per sopravvenuta nullità». Adesso, «sventato il pericolo di far passare in sordina lo sviluppo dellaffaire Serravalle» commentano Dapei e De Nicola «è arrivato il tempo delle spiegazioni di Penati davanti ai milanesi».
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