(...) ieri sera è caduta abbondante a Genova come sull'autostrada oltre i Giovi, hanno fermato il popolo delle borsette, dei maglioni e dei giacconi. A Serravalle, se non dall'uscita nord, cioè per chi proveniva da Milano, non si sono registrate le chilometriche code ai caselli autostradali come è successo nei giorni scorsi a Roma e in altre città italiane. Al massimo c'è stato qualche rallentamento e difficoltà a trovare parcheggio intorno ai 40mila metri quadrati di vetrine. Il maltempo, quindi, può avere rallentato l'assalto ai negozi.
«Se al posto della neve e del ghiaccio di fosse stata una giornata di sole - spiega la direttrice dell'outlet Daniela Bricola - ci saremmo aspettati un afflusso maggiore almeno del venti o del trenta per cento. Saremmo andati oltre le cinquantamila presenze. Già alle otto e trenta c'era un migliaio di persone che stavano aspettando in fila l'apertura dei cancelli fissata per le dieci. Alle 14 abbiamo registrato oltre 21mila presenze. Insomma, saldi da record. Così come è stato comunque il mese di dicembre, quando abbiamo registrato 450mila presenze e un aumento delle vendite intorno al 5 per cento. Negli scorsi dodici mesi le presenze sono state di 4 milioni e 200mila persone e il fatturato di 245 milioni di euro. Le vendite, in totale, sono aumentate del due per cento. Per il 2010 puntiamo a superare l'aumento del 3 per cento rispetto al 2009. Ci sono tanti genovesi che vengono a comprare all'outlet, ma anche milanesi, piemontesi e turisti dalla Russia e dal giappone, attratti dalle griffe più famose al modno».
E ieri, poco prima dell'ora di pranzo, a Serravalle era quasi impossibile trovare un buco dove parcheggiare l'automobile. Una volta posteggiata, poi, ci si doveva rassegnare a fare la fila al gelo davanti ai negozi più quotati. Decine di metri per Prada, Cavalli, Trussardi, Versace, Dolce e Gabbana, ma anche per Hugo Boss e Guess. E poi, finalmente entrati nei templi delle griffe e dei saldi, quando si decideva di acquistare qualcosa, si doveva pure fare la fila per pagare. Una roba vista soltanto negli anni Novanta, quelli del benessere economico e degli yuppies.
Così come sono stati presi d'assalto i negozi, pure i ristoranti e le bancarelle degli hot dog, 3 euro al pezzo, hanno fatto affari d'oro. «Siamo venuti da Genova Sampierdarena - spiegano Roberta e Bruna, studentesse dell'ateneo in via Balbi - perché volevamo comprare qualcosa di griffato a prezzi stracciati. Abbiamo sbirciato tutte le vetrine e adesso ci facciamo la fila per andare a comprare una borsa ciascuna di Cavalli. Anche altre nostre amiche hanno preferito l'outlet ai negozi genovesi». Non tutti, però, la pensano come le giovani studentesse.
«Prevediamo un aumento delle vendite del venti per cento - spiega il presidente genovese della Federazione italiana settore moda Enrico Malvasi - un netto miglioramento di sicuro».
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