Serravalle, un nuovo esposto contro Penati

Il tar boccia il ricorso del Comune sulla rottura del patto di sindacato

Si stringono la mano, ma non depongono l’ascia di guerra. Anzi, sulla vicenda Serravalle la battaglia tra il presidente della Provincia Filippo Penati e il sindaco Gabriele Albertini, che ieri si sono incrociati per pochi minuti all’inaugurazione della mostra «La rosa bianca» in piazza Duomo, prosegue sempre più a colpi di esposti. Dopo aver già fatto ricorso, come ha ricordato lo stesso Albertini, alla magistratura «amministrativa, contabile, civile e anche penale», a breve il sindaco presenterà «un secondo esposto alla Corte dei conti per danno erariale. Il primo riguardava i danni per i capitali in possesso alla Provincia, di cui fa parte anche il Comune di Milano. Ora stiamo preparando quello che riguarda il danno generato al capitale pubblico del Comune». Nel mirino c’è sempre il 15 per cento delle azioni Serravalle che Palazzo Isimbardi ha acquistato dall’imprenditore Marcellino Gavio, pagandole quasi 9 euro ciascuna. Nei giorni scorsi Albertini ha consegnato un dossier sull’operazione, ipotizzando un intreccio con la scalata Unipol. La risposta di Penati non si è fatta attendere: il giorno dopo ha annunciato un contro-dossier alla Corte dei Conti, anticipando querele contro il sindaco «ma solo dal giorno in cui tornerà ad essere il signor Albertini». «Diversamente da Penati - ha replicato ieri il sindaco -, io non ho nulla contro di lui, è una persona simpatica e gradevole, con cui intrattenere un rapporto personale molto proficuo. Non condivido, anzi contesto, alcune delle scelte che ha fatto in Serravalle, prima di tutte quella di rompere il patto di sindacato».
Penati, dal canto suo, si dice «contento e soddisfatto che dopo due mesi il sindaco si sia deciso a presentare un dossier in procura, così finalmente si farà chiarezza». Ma «mi incuriosisce - prosegue - sapere come sosterrà la tesi che la Provincia ha pagato troppo care, a 8,80 euro, le azioni acquistate da Gavio, quando egli stesso ha rifiutato un’offerta da 10 euro da parte dello stesso imprenditore. E sappiamo che erano circolate altre offerte notevolmente più alte». Il sindaco, nella replica, sembra ammettere che l’incontro col magnate delle autostrade ci sia stato. Ma se anche un’offerta è stata fatta a Palazzo Marino («i 317 milioni di cui parla Penati»), Albertini non ha mai pensato a «vendere di punto in bianco stracciando il patto di sindacato che impegnava per tre anni Provincia e Comune a non farlo». «Trovo inconcepibile - aggiunge il sindaco - che si possa pensare a questa disinvoltura nel non rispettare i patti tra istituzioni». Testimone del breve incontro tra i due «nemici in casa», il governatore Roberto Formigoni, che osserva come «a volte le polemiche servano anche per chiarire aspetti della realtà. Anch’io sono un polemista quando devo difendere il punto di vista della Regione, e soprattutto dei cittadini». Proprio ieri, intanto, il Tar della Lombardia ha bocciato il ricorso presentato dal Comune per la rottura del patto di sindacato di Serravalle da parte di Palazzo Isimbardi. L’iniziativa risale allo scorso 4 ottobre, quando la giunta provinciale decise di considerare risolto l’accordo parasociale nella società «per grave inadempimento del Comune». E sempre ieri Penati ha scritto una lettera al presidente di Serravalle Giampio Bracchi chiedendogli che 30 degli oltre 33 milioni di euro di utili del 2005 siano ripartiti in dividendi: «Alla Provincia arriveranno 16 milioni, destinati ad attività sociali e culturali».


Sul fronte Sea, invece, oggi la giunta milanese deciderà l’ammontare del maxidividendo che il Comune sottoporrà lunedì al voto del cda. Indipendentemente dalla quota, Penati assicura che «la Provincia si opporrà al dividendo straordinario».

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