Lo stato di allarme in cui versano le strutture della Asl RmH animano il dibattito in consiglio regionali. La minaccia di uno sciopero che dovrebbe portare il blocco delle attività di oltre 3.500 operatori sanitari per il prossimo 22 giugno è la logica conseguenza, secondo Fabio Desideri, capogruppo della Democrazia Cristiana per le autonomie alla Pisana, «di un malessere che cova da tempo nel territorio della Asl RmH: 21 comuni dei Castelli Romani e di una fetta del litorale. E non è un caso che il malcontento sia cresciuto allindomani della firma, da parte dei sindaci, dellAtto aziendale. Porterò la questione nella seduta del consiglio regionale di lunedì. Intanto ho richiesto laudizione urgente in commissione Sanità del direttore della Asl Mingiacchi». Lo sciopero è dovuto ufficialmente alla mancata attuazione degli accordi contrattuali, ma sono in molti a vedere dietro lazione dei sindacati una protesta che ha origini più lontane. «Latto aziendale firmato dai sindaci dei 21 comuni - spiega ancora Desideri - non piace agli operatori del settore ed è stato oggetto di scorrette manovre politiche. Lambulatorio di radiologia di Ciampino è chiuso da una settimana. Il servizio di radiologia del San Giuseppe di Marino non funziona. Di fatto i cittadini sono costretti a spostarsi in altre strutture, già sature, o a ricorrere ai privati».
Le parole di Desideri hanno trovato un coro di consensi. Da Maselli (Udc) a DAmbrosio (Movimento per lAutonomia), il fronte dellopposizione è compatto nel chiedere maggiore trasparenza nella gestione della aziende sanitarie della regione.
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