Servello chiede la cittadinanza onoraria per sé e per Cossutta

Un’autocandidatura alla cittadinanza onoraria. Ma anche un modo per seppellire gli anni di piombo che a Milano fecero più male che altrove. A proporlo un nome storico della destra come Franco Servello. Che domanda il riconoscimento per sé, ma anche per Armando Cossutta. Altrettanto storico protagonista della politica, ma di tutt’altra parte politica. «Sono stato eletto nel consiglio comunale nel 1951 anche se non ero milanese - ha ricordato ieri Servello rivolgendosi al sindaco Letizia Moratti -. Ora, visto che l’Ambrogino d’oro me l’ha già dato Gabriele Albertini, la mia aspirazione è la cittadinanza onoraria. Che, per par condicio, se non ce l’ha già, darei anche ad Armando Cossutta. Persona sempre leale». Ricordi di una politica dura, ma pronta a riconoscere il valore dell’avversario. Come quando Giorgio Almirante volle rendere omaggio alla salma di Enrico Berlinguer a Botteghe oscure. Rischiando, eran tempi duri, l’incolumità. Oggi a chiedere la cittadinanza per sé e per l’avversario è Servello. Già deputato e senatore del Msi e poi di An dal 1958, vuol rendere onore anche a Cossutta, uno dei leader del Pci e poi di Rifondazione Comunista e del Pdci. L’occasione è la presentazione della candidatura di Benedetta Borsani nelle lista del Pdl per Comune.

E a proposito di storia, la Borsani è figlia di Carlo altrettanto storico esponente della destra e nipote di Carlo, medaglia d’oro al valor militare, trucidato dai partigiani e trasportata per sfregio su un carretto delle immondizie nei giorni bui che seguirono il 25 aprile.

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