Servire il Signore con il turpiloquio

Battistrada fu don Lorenzo Milani che lottava contro l’istruzione classista. Suo motto e vanto era «stare sui coglioni a tutti come lo erano stati i profeti». Ha fatto scuola. Al lessico del «Santo di Barbiana» si ispirano gli innumerevoli preti degli «ultimi» le cui gesta inondano quotidianamente giornali e tv.
Apprendiamo così che, al momento, il settantanovenne don Antonio Mazzi ce l’ha con il decreto sicurezza di Berlusconi e due iniziative annunciate dalla cattolicissima Mariastella Gelmini: il ripristino del 7 in condotta e del grembiulino. È andato alla Festa del Pd a Firenze e ha detto: «Quelli lì del governo ci fanno ingoiare merda come fosse rosolio». «Sante parole», ha sussurrato Livia Turco che gli stava a fianco.
Riassunto il suo pensiero, Don Mazzi lo ha articolato. Sulla sicurezza - ha previsto - «finirà che quelli di destra spareranno contro i gommoni dei clandestini». Quanto al voto in condotta per vincere il bullismo nelle scuole, lui non ci sta. «I bulli - ha spiegato - ce li abbiamo al governo». Nemmeno a parlarne poi di vestire gli alunni in bianco o nero. «Possibile - si è chiesto il don - che si pensi di risolvere il problema degli ombelichi facendo indossare il grembiulino? Sono già pronti quelli con il marchio D&G. Faranno anche le mutandine griffate».
Egualmente tosto ma meno scollacciato, don Alex Zanotelli, una vita in Africa, da tre anni nel Rione Sanità di Napoli. Don Alex è infuriato con Berlusconi che apre discariche e termovalorizzatori per smaltire i rifiuti. Ne fa una questione di principio che sintetizza così: «Gli inceneritori in Campania trasformano la merda in oro. Quanta più merda, tanto più oro».
Il più irrefrenabile è però don Andrea Gallo, «il prete di strada» del porto di Genova. A 80 anni è ancora tutto pepe. La sua filosofia è presto detta: Carlo Giuliani è «un partigiano della pace», gli sgherri del Berlusca sono assassini. Qualche mese fa arringando dei no global, mentre la polizia sorvegliava la manifestazione, ha detto ai pupilli: «Non lasciatevi provocare dai figli di puttana: se non ci aiutiamo da noi, qui non ci aiuta un cazzo di nessuno». Poi, è andato a Bologna a protestare contro il sindaco Cofferati che - berlusconianamente - aveva messo un po' di divieti, tra cui le canne, per mettere ordine in città.

«Ci hanno rotto i coglioni - ha detto a un rave antiproibizionista -. Niente birre, niente pizze, non si potrà neanche scopare?».
D'accordo dare addosso al Cav per aspirare alla santità, ma è davvero necessario trasformarsi in bettolieri per essere graditi al Signore?

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