Sessant’anni di «impalpabili armonie»

La Visione che si ebbe nel cielo di Palermo nel mese di aprile del 1947 è il titolo di un curioso tableau che il musicista/pittore Francesco Pennisi dipinse in onore di Salvatore Sciarrino. A quale visione, nell’aprile del 1947, si accenna nel titolo di Pennisi? Alla nascita, simile a una visione, di Salvatore Sciarrino, che il pittore ritrae, adulto, coronato dei suoi impalpabili armonici, librato sopra il Monte Pellegrino, fra angeli musicanti, il più bello dei quali ha il volto di Santa Rosalia, patrona di Palermo. Quegli «impalpabili armonici» che coronano il musicista nel ritratto di Pennisi accennano alla sua straordinaria qualità di raggiungere il cuore del suono. L’appuntamento con i sessant’anni trova il musicista ancora in piena, quasi febbrile attività, condotta senza cercare mai il facile consenso, e pur richiesta in tutto il mondo dalle grandi istituzioni e festival di musica. Quella sua unicità lo rende oggi fra i musicisti più eseguiti, con un catalogo discografico da divo del rock, una cinquantina di titoli. Di Sciarrino si ascolteranno oggi alla Teatro Studio del nuovo auditorium due pezzi vocali/strumentali degli anni Novanta, che attestano del grande musicista anche la passione per l’arte, la letteratura. Ottimi solisti (Neue Vocalsolisten, Mario Caroli, Gianluca Ruggeri), coadiuvati da Alvise Vidolin, per la regia del suono, e sotto la direzione di Marco Angius, eseguiranno L’Alibi della parola (’94), quattro pezzi a quattro voci, e Cantare con silenzio (’99), a sei voci ed ensemble di flauto, percussioni e live electronic. I curatori della rassegna «Contemporanea» intendono far ascoltare anche alcuni madrigali di un musicista del passato, oggetto di particolare venerazione e compagno d’arte di Salvatore Sciarrino, Carlo Gesualdo principe di Venosa. Il concerto sarà preceduto da un incontro con Sciarrino.
Auditorium. Teatro Studio. Oggi alle 21. Info: 06.