Sessanta rifugiati scappano da Penati

Tra una settimana si sarebbero trasferiti dal dormitorio comunale di viale Ortles al civico 60 di viale Piceno, a due passi da Palazzo Isimbardi. Filippo Penati sosteneva di averli convinti ad accettare l’ospitalità offerta in quell’edificio di proprietà della Provincia che, secondo il presidente, rappresentavano l’uscita da una condizione d’emergenza per 60 dei duecento e passa ex occupanti di via Lecco. Ma a nemmeno 24 ore di distanza dall’incontro con Penati, i presunti ex rifugiati politici hanno preferito espatriare: sessanta sudanesi sono stati intercettati e fermati nottetempo nei boschi vicino a Chiasso mentre tentavano di entrare illegalmente in Svizzera per raggiungere la sede dell’Onu a Ginevra, e per loro è scattata l’espulsione. È scattato il provvedimento di «riammissione urgente», ma potrebbe richiedere qualche giorno perché gli immigrati ora non ne vogliono sapere di tornare a Milano.

Il gesto, per l’assessore Maiolo, «è anche il risultato dell’opera di Penati». E Maria Stella Gelmini, coordinatore regionale di Fi, assicura che a Milano «non sarà mai consentito che gruppi di persone prepotenti, con permesso di soggiorno momentaneo possano, vedersi assegnata una casa».

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