Cultura e Spettacoli

Sessant'anni di lotte per i diritti  dell'uomo

"Ogni individuo ha il diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità". In occasione del 60° anniversario, 22 registi di fama mondiale hanno unito le forze per realizzare un film per dire basta ai soprusi: guarda il video in esclusiva

Sessant'anni di lotte 
per i diritti  dell'uomo

Milano - La concezione dei Diritti Umani è intimamente legata alla certezza che la cultura è un elemento prezioso e centrale della nostra identità. Il modo in cui nasciamo, viviamo e moriamo dipende dalla cultura cui apparteniamo ed è per questo che sottrarre il nostro patrimonio culturale equivale a negare la nostra identità. "Ogni individuo - si legge nella Dichiarazione universale dei diritti umani - ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità". Insomma, nessuno ha il diritto di dominare, indirizzare o sopprimere una cultura, né quello di imporre la propria agli altri. Proprio per questo, in occasione del 60° anniversario della Carta, ventidue registi e artisti noti in tutto il mondo hanno unito le proprie forze e realizzato ventidue cortometraggi ispirati ai grandi temi della Dichiarazione (guarda il video in esclusiva).

Una Carta sempre attuale Nel momento del proprio concepimento, gli uomini sono tutti uguali. Eppure, alla nascita, ciascuno di noi è immediatamente trattato in modo diverso. La Dichiarazione universale dei diritti umani riconosce che gli uomini non sono identici, ma insiste sul loro diritto di essere uguali davanti alla legge e di essere trattati senza alcuna discriminazione. La questione del genere e dell’uguaglianza non riguarda solo "i diritti della donna", ma anche l’uguaglianza dei diritti, delle responsabilità e delle possibilità tra uomini e donne. Proprio per questo, la Dichiarazione adottata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1948 comprende un preambolo e 30 articoli che enunciano un’ampia gamma di libertà e diritti fondamentali cui tutti gli uomini e tutte le donne, ovunque nel mondo, dovrebbero avere accesso senza alcuna distinzione. La Dichiarazione è stata stilata da rappresentanti di tutte le zone del mondo e di tutte le tradizioni giuridiche. Nel corso degli anni, è stata accettata quasi in tutti i Paesi come un contratto tra i governi e i loro popoli.

Una "lotta" trasversale La Dichiarazione è anche servita come base per l’allargamento del sistema di protezione dei diritti umani che, al giorno d’oggi, si concentra sui gruppi più vulnerabili come le persone con handicap, i popoli autoctoni e in particolar modo i lavoratori emigranti. La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è stata adottata il 10 dicembre 1948. Da allora, è in questa data che in tutto il mondo si celebra la Giornata dei Diritti Umani. È la base del diritto internazionale relativo ai diritti umani, la prima dichiarazione universale sui principi fondamentali dei diritti umani inalienabili e una norma comune per l’esercizio di questi diritti per tutti i popoli e tutte le nazioni. Nell’imminenza del sessantesimo anniversario della Dichiarazione, è necessario evidenziare la continua attualità e l’universalità di questo documento vivo che riguarda ciascuno di noi. Oggi la Dichiarazione che, quasi sessant’anni fa, ha definito ciò che ormai costituisce un valore universale, è più pertinente che mai: i diritti umani sono inerenti a ciascuno di noi e riguardano l’insieme della comunità internazionale. La Dichiarazione ha resistito alla prova del tempo e agli attacchi pretestuosi del "relativismo". I suoi valori fondamentali, specie la non-discriminazione, l’uguaglianza, l’equità e l’universalità, si applicano a ogni persona, in ogni luogo e in ogni tempo. I diritti umani non sono solo un’eredità comune di valori universali che trascendono le culture e le tradizioni, ma sono, nella loro stessa essenza, valori locali e impegni nazionali rafforzati da trattati internazionali e da leggi e costituzioni nazionali. Insomma, è un contratto tra i governi e i popoli governati, che hanno il diritto di esigere il rispetto di questo documento. Non tutti i governi sono parti dei trattati relativi ai diritti umani, ma in compenso tutti i paesi hanno accettato la Dichiarazione. La Dichiarazione continua ad affermare la dignità intrinseca dell’essere umano e il valore di ogni persona nel mondo, senza alcuna distinzione.

Ventidue registi per i diritti dell'uomo Ventidue registi e artisti noti in tutto il mondo hanno unito le proprie forze e realizzato ventidue cortometraggi della durata di circa tre minuti, ispirati ai sei temi della Dichiarazione: cultura, sviluppo, dignità e giustizia, ambiente, genere e partecipazione. Su iniziativa dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, questo progetto è stato ideato e prodotto da ART for TheWorld, una ong che promuove l’arte e la cultura contemporanee, con sede a Ginevra e Milano. I film sono stati girati in più di 20 paesi del mondo e in lingue diverse. Possono essere visti come singoli cortometraggi ma vengono anche presentati tutti insieme in un lungometraggio di 80 minuti, sottotitolato nelle sei lingue ufficiali delle Nazioni Unite (arabo, cinese, inglese, francese, russo, spagnolo).

Un libro per raccogliere esperienze diverse Un film, ma anche un libro per segnare l’universalità della Dichiarazione dei Diritti Umani, in collaborazione con la casa editrice Electa. I sei temi della Dichiarazione hanno guidato i contributi di dodici scrittori fra cui cinque premi Nobel, originari dei cinque continenti. Il libro, suddiviso in sei sezioni, una per ogni tema, riunisce le interviste con i registi e gli artisti che partecipano al progetto, le fotografie dei cortometraggi e della loro lavorazione e i brani estratti da testi letterari. Per la sezione dedicata alla "cultura", hanno contribuito al progetto Naghib Mahfuz e Gabriel García Márquez. Chimamanda Ngozi Adichie ed Elfriede Jelinek hanno invece lavorato per la sezione "dignità e giustizia". Mo Yan e Assia Djebar, poi, hanno partecipato alla sezione riservata al "genere". Il tema "partecipazione" è stato, invece, affrontato da Toni Morrison e Nuruddin Farah. Infine, Khaled Hosseini e Roberto Saviano hanno sviscerato il tema "sviluppo", mentre Ruth Ozeki e José Saramago quello sull'"ambiente". "Il libro - spiega il curatore dell'opera, Gianluca D'Agostino - si pone l’obiettivo di prolungare la riflessione sulla portata storica e sui valori della Dichiarazione Universale e sensibilizzare i lettori di tutto il mondo al tema dei Diritti Umani, grazie a espressioni artistiche diverse".

Un appello al mondo Il progetto vuole rimarcare il lavoro instancabile della Dichiarazione per proteggere ognuno uomo e consacrare così l’insieme dei diritti. "I compilatori della Dichiarazione progettavano un avvenire al riparo dalla paura e dal bisogno - spiegano gli organizzatori dell'evento - hanno posto tutti i diritti umani su un piano di parità e confermato la loro essenzialità per una vita dignitosa". La visione dei compilatori della Dichiarazione ha ispirato un elevato numero di difensori dei diritti umani che lottano da sei decenni perché questa visione si traduca in realtà concreta. Nonostante sia da celebrare l’attuale affermazione internazionale dei diritti umani favorita dalla Dichiarazione, non tutta l’umanità ne trae gli stessi vantaggi. "Noi - continuano - dobbiamo continuare a diffonderla. È al tempo stesso una questione di diritti da godere e da rispettare, con la responsabilità di renderli una realtà comune". La forza della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani risiede proprio in questi sforzi: è un documento vivo che continuerà a ispirare le generazioni future. "Ovunque viviamo, quale che sia il nostro livello di ricchezza, quali che siano la nostra fede o le nostre opinioni politiche, l’insieme dei diritti umani che figurano nella Dichiarazione si applica a noi e ci riguarda", concludono i curatori del progetto sottolineando come "i diritti umani siano un affare di tutti".

L'appuntamento
"Stories on human rights", il lungometraggio prodotto da ART for The World, sarà presentato al pubblico italiano con una proiezione sulla mediafacciata di piazza Duomo a Milano oggi a partire dalle ore 18.30 fino alle ore 20, con il patrocinio del Comune di Milano ed in collaborazione con Urban Screen Spa, Eni e Mondadori Electa

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