Di sesso si può parlare, con amore

Si può parlare schiettamente di sesso in Italia? Discutere di orgasmi e verginità, impotenza e fantasie sessuali, senza scivolare nella volgarità o nel banale? La risposta, affermativa ed esilarante allo spesso tempo, si sublima nello spettacolo teatrale Sesso? Grazie, tanto per gradire, in scena fino al 18 marzo al Teatro Libero. Anima della rappresentazione, una scatenata Alessandra Faiella, che per l'occasione veste i panni di una comune donna italiana che traccia uno spassoso bilancio delle proprie esperienze amorose. In un brillante monologo di due ore, l'attrice trascina il pubblico in una sorta di «terapia del sesso di gruppo».
Recitando un testo originale di Franca Rame e Dario Fo, la Faiella si diverte e diverte nel mettere spudoratamente alla berlina tutti gli italici tabù legati al fare l'amore, tutte quelle catene morali che ancora imperversano nella nostra cultura, impedendo un approccio più libero alla sessualità e al rapporto tra i sessi». «Ricordo - commenta la Faiella - di aver visto Franca recitare questo monologo una decina di anni fa: fu una folgorazione. Rileggendo a distanza di anni il testo, mi sorprendo ancora per la forza comunicativa e per l'attualità dei suoi temi. Ovunque gli esseri umani continuano ad infliggersi guerre e violenze e al progresso tecnologico non si è affiancato un altrettanto profondo rinnovamento etico e spirituale; l'amore non riesce a fare da antidoto alla violenza. Parlare di sesso equivale dunque a parlare di amore, perché una buona intesa sessuale migliora la comunicazione e l'armonia tra le persone».

L'attrice riesce a sconfiggere i moralismi borghesi, a far ridere e riflettere sull'amore nella sua dimensione fisica senza ricorrere a toni filosofici o battute scontate.

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